"Padovani era un maniaco del controllo, un controllo costante, asfissiante. Alessandra doveva accettare di essere un burattino, un pupazzetto nelle sue mani, una 'res', quello doveva diventare Alessandra perché Padovani fosse soddisfatto.
In aula, sempre in rappresentanza delle parti civili, hanno preso la parola anche i quattro centri antiviolenza (Casa Donna, Sos Donna, Mondo Donna e Udi) di Bologna. "Questo terribile femminicidio ha determinato un arretramento culturale rispetto a quanto è stato fatto da noi fino ad ora", ha sottolineato Francesca Chiaravalloti, legale di Sos Donna.
Infine è toccato alla difesa di Giovanni Padovani, con l'avvocato Gabriele Bordoni, che ha ricordato "la tempesta emotiva, un concetto espresso male ma non del tutto sbagliato".
La citazione di Bordoni, per mettere in discussione l'aggravante dei motivi futili e abietti, è al riferimento nella sentenza, poi ribaltata nell'appello-bis e in Cassazione, che dimezzò da 30 anni a 16 anni la pena per Michele Castaldo, giudicato colpevole di aver ucciso la ex, Olga Matei. A giustificare lo sconto, in quel caso, contribuendo alla provvisoria concessione delle attenuanti generiche, era stato il riferimento alla "soverchiante tempesta emotiva e passionale" determinata dalla gelosia, che contribuì, secondo i giudici, a mitigare la responsabilità del femminicidio.
Femminicidio Matteuzzi: difesa imputato cita 'tempesta emotiva'
Parti civili: Alessandra ridotta a una cosa.Sentenza 12 febbraio
