Una professoressa di una scuola secondaria di primo grado di Parma è stata presa di mira, prima a parole e poi con il lancio di un sasso, da alcuni suoi studenti di seconda media. Prima con insulti verbali durante la lezione. Poi il gruppetto l'ha seguita fuori da scuola, continuando a canzonarla. A un certo punto uno studente le ha lanciato un sasso mirando alla testa, ma l'insegnante è riuscita a schivarlo per pochi centimetri. È quanto afferma la professoressa in un esposto presentato alla Questura di Parma.
I fatti risalgono al 9 febbraio. L'esposto è stato presentato il 10 febbraio perché la Procura possa individuare eventuali profili di responsabilità, per la 'colpa in educando', a carico dei genitori. A quanto riporta la Gilda degli insegnanti di Parma e Piacenza, a cui si è rivolta la donna, i ragazzi coinvolti hanno infatti meno di 14 anni e, a quanto riferito dalla vittima, sarebbero ben consapevoli di non essere incriminabili, tanto da vantare un sostanziale diritto a commettere qualunque genere di azione.
Su suggerimento della Gilda la professoressa ha formalizzato agli uffici competenti dell'amministrazione scolastica la richiesta di essere patrocinata dall'Avvocatura dello Stato, non solo per i profili penali ma anche per la responsabilità civile a carico dei soggetti responsabili delle azioni dei loro figli.
"Speriamo che l'Ufficio scolastico regionale non faccia come negli altri casi visti sul territorio e si muova per perseguire i genitori - commenta Salvatore Pizzo, coordinatore della Gilda di Parma e Piacenza - Abbiamo trovato un disallineamento nelle ultime settimane rispetto alle indicazioni che il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara dà e a ciò che succede sul territorio. Il ministro più volte ha invitato le amministrazioni scolastiche a sostenere i docenti anche dal punto di vista legale". In passato, sottolinea Pizzo, "l'amministrazione scolastica recentemente ha formalmente negato l'assistenza legale ad una docente vittima di minacce, da parte di genitori, avvenute all'interno di una scuola piacentina in merito a quali indaga la competente procura della Repubblica".
Con quello di oggi a Parma sono 28 i casi di violenze e aggressioni ai danni di docenti e in generale del personale scolastico. L'ultimo grave caso era avvenuto il 5 febbraio scorso al centro di formazione professionale Enaip di Varese dove uno uno studente di 17 anni, nell'atrio della scuola, ha estratto un coltello a serramanico preso da casa e ha dato tre coltellate alla schiena a una delle sue insegnanti, Sara Campiglio, 57 anni. Il giorno dopo, a Pieve Emanuele, un paese dell'hinterland milanese, uno studente 15enne è stato aggredito con un coltello da un conoscente e per poco non ha rischiato la vita, con un fendente che gli ha sfiorato l'arteria femorale. L'accoltellatore, un 18enne, è stato poi arrestato dai Carabinieri. Ancora più recente l'aggressione ad un docente, coordinatore della classe, avvenuto il 7 febbraio scorso a Reggio Calabria: convocato a scuola per parlare della condotta scolastica del figlio dodicenne, un trentaquattrenne ha aggredito il professore, afferrandolo per il collo e sbattendolo al muro.
Dallo scorso anno c'è stato un forte aumento delle aggressioni al personale scolastico perpetrate dai genitori, pari al 111% ed una leggera diminuzione di quelle da parte degli alunni. Lo scorso anno i casi di aggressioni a presidi e professori erano state 36.
Solo qualche settimana fa a Taranto, all'istituto comprensivo Europa Alighieri, il preside Marco Cesario, era finito al pronto soccorso dopo essere stato immobilizzato ad un polso, scaraventato per terra e colpito con calci e pugni dal padre di una bambina. Il 2 febbraio è stata invece la volta del dirigente scolastico dell'istituto Bozzini-Fasani di Lucera, nel foggiano: la madre di un allievo lo ha aggredito non ritenendo sufficiente la sospensione di 5 giorni disposta dal consiglio di classe nei confronti di un ragazzo che aveva picchiato suo figlio e di un altro che aveva diffuso il video del gesto. A metà gennaio il preside del Liceo scientifico Scoza di Cosenza, Aldo Trecroci, era stato aggredito dal padre di una studentessa che non concordava con la destinazione della figlia nell'ambito del progetto di alternanza scuola lavoro e aveva colpito il dirigente scolastico con uno schiaffo, facendolo finire per terra. I primi di novembre un professore di matematica di 56 anni era stato colpito con una testata al volto dal padre di uno dei suoi allievi all'istituto alberghiero di Arbus, nel sud della Sardegna: lo studente, ricevuto un rimprovero, aveva risposto al docente e poi era uscito dall'aula dove aveva chiamato il padre, subito intervenuto in difesa del figlio.
A fine novembre invece, un professore di sostegno dell'Istituto professionale Vallauri di Carpi (Modena) era stato colpito al volto mentre cercava di sedare una rissa tra studenti avvenuta durante la ricreazione nel cortile della scuola. Uno degli episodi più gravi è avvenuto però alla fine del passato anno scolastico ad Abiategrasso dove una professoressa è stata pugnalata al braccio da uno studente sedicenne all'istituto Alessandrini. L'aggressore è stato poi ricoverato in neuropsichiatria e a fine anno scolastico è stato bocciato. Un altro grave episodio era avvenuto lo scorso anno scolastico all'Its Viola Marchesini di Rovigo: una professoressa, Maria Cristina Finatti, era stata colpita alla testa da alcuni pallini di gomma sparati da due studenti, mentre un terzo aveva filmato l'atto. I giovani non hanno ripetuto l'anno, al contrario del loro collega lombardo, e all'esito dello scrutinio avevano addirittura preso un 9 in condotta, causando l'intervento del ministro Valditara a cui è poi seguito l'abbassamento dei voti in condotta.
Valditara: 'Basta giustificare bulli e violenti'"A Parma un'insegnante insultata in classe e poi presa a sassate da suoi studenti. A Bari due quindicenni pestati a sangue da alcuni coetanei all'uscita dalla scuola. Bisogna fermare questa cultura della aggressività e della violenza. Senza l'affermazione forte del principio di responsabilità, del rispetto delle regole e della autorità rischiamo di scivolare verso la disgregazione della nostra società civile. Dobbiamo approvare rapidamente il disegno di legge sulla condotta: chi sbaglia deve essere sanzionato, essere messo di fronte alle proprie responsabilità. Basta giustificare e tollerare bulli e violenti. Poi occorre un grande patto tra le famiglie e la scuola, per una rivoluzione culturale in cui i genitori siano solidali con i docenti, e mai antagonisti, sapendo anche dire dei no ai propri figli. Questo per il bene dei giovani e della collettività". Così sui social il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara.
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