Emilia Romagna

Vigilessa uccisa: i genitori 'Chiediamo giustizia per lei'

Sulla bara bianca bandiera della pace e cappello d'ordinanza

Redazione Ansa

BOLOGNA, 05 GIU - "Era una ragazza dolce, buona e aveva scelto questa professione perché la sua etica era avere cura degli altri. Ha indossato la divisa con grande entusiasmo, noi ricorderemo sempre Sofia in questo modo e chiediamo giustizia per lei, solo questo". A parlare così, fuori dall'obitorio della Certosa di Bologna, è Angela Querzè, la mamma di Sofia Stefani, la vigilessa 33enne uccisa il 16 maggio ad Anzola dell'Emilia. Del delitto è accusato l'ex comandante della polizia locale e collega della vittima, Giampiero Gualandi.
    Una folla di amici, parenti e istituzioni ha dato l'ultimo saluto alla ragazza, prima alla camera ardente in Certosa e poi nell'Abbazia dei Santi Nicolò e Agata a Zola Predosa, il paese dove Sofia viveva ed era cresciuta. Sulla bara bianca, accanto ai fiori con i nomi dei genitori e del fidanzato Stefano, una bandiera della pace e il suo cappello da agente di polizia locale. "Le volevo una quantità non misurabile di amore. Era una ragazza splendida e generosa, molto dedita a questo lavoro che le è costata la vita - ha detto fuori dalla chiesa il padre, Bruno - mai avrei pensato che proprio un lavoro deputato alla massima sicurezza per i cittadini potesse rappresentare la massima insicurezza per lei. Purtroppo è un dramma di cui credo bisognerà cercare di capire le cause". Anche il fidanzato di Sofia, Stefano Guidotti, sempre accanto ai genitori durante i funerali, ha chiesto sia fatta giustizia: "Mi aspetto che la giustizia riesca a dare conto della morte di una ragazza di 33 anni uccisa... uccisa con una pistola, con un colpo sul viso a 33 anni. Qualcosa che è difficile anche solo da concepire, ma è successo e la giustizia deve rendere conto di questo".

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