Emilia Romagna

Alluvione: protesta agricoltori Romagna, '5 punti per ripartire'

"Accelerare ristori e ricostruzione per salvare posti di lavoro'

Redazione Ansa

BOLOGNA, 08 LUG - Cinque richieste "per salvare produzioni di qualità, redditi e posti di lavoro". Arrivano da Pieve Ponte (Faenza) dove agricoltori, rappresentanti delle cooperative, delle associazioni delle istituzioni e cittadini si sono trovati per la manifestazione "Vogliamo ripartire", per chiedere di agire in fretta, a più di un anno dalle alluvioni che hanno travolto la Romagna, "per accelerare l'erogazione dei ristori e la ricostruzione".
    "Siamo consapevoli che le sfide in essere, nella loro complessità, richiedano condivisione e collaborazione - invocano le organizzazioni agricole promotrici - Siamo anche certi che si debbano allontanare strumentalizzazioni di ogni sorta, per il bene della collettività tutta, per perseguire un obiettivo comune: la salvaguardia, la tenuta e la ripresa delle attività agricole, il rilancio del territorio, a tutela di un valore aggiunto importante che va oltre i confini regionali".
    Il presidio voluto da Confagricoltura Ravenna, Cia Romagna, Copagri, Terra Viva Emilia Romagna, Legacoop Romagna e Agci Emilia Romagna ha messo al centro un manifesto in cinque punti, una road map che è di fatto, spiegano gli organizzatori "un imperativo inderogabile per chi ha a cuore il territorio ancora martoriato. Hanno partecipato il sindaco di Ravenna e presidente della Provincia Michele De Pascale, e i sindaci di Faenza, Castel Bolognese, Bagnacavallo, Solarolo, Massa Lombarda, Russi, Cotignola, Conselice, Riolo Terme insieme a rappresentanti dei comuni di Alfonsine, Casola Valsenio, Lugo e Cervia e la deputata Pd Ouidad Bakkalì.
    I punti sono: un piano strategico di messa in sicurezza del territorio a partire dalla collina; semplificazione burocratica e procedure più snelle per le perizie e le richieste di ristoro dei danni; contributi a integrazione del reddito che siano realmente rispondenti alle esigenze; il saldo delle risorse messe finora a disposizione dal Fondo AgriCat e un maggior coinvolgimento delle associazioni agricole nella gestione del Fondo.

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