Emilia Romagna

Dieci anni senza Paolo Castelli, cronista colto e rigoroso

Per 16 anni capo della redazione emiliano-romagnola dell'ANSA

Redazione Ansa

(di Antonio Giovannini) (ANSA) - BOLOGNA, 25 LUG - Dieci anni senza Paolo Castelli, giornalista colto, rigoroso e dal forte impegno civile e professionale, mentore di molti giovani colleghi e sempre attento alle tutele dei meno garantiti. Un impegno portato anche nell'attività sindacale svolta negli organismi della categoria.
    Se n'era andato con discrezione, com'era nel suo carattere, a 67 anni, dopo una breve malattia e il ricovero all'ospedale Sant'Orsola di Bologna, due anni e mezzo dopo il pensionamento con il grado di redattore capo e dopo aver guidato per sedici anni la redazione dell'Emilia-Romagna dell'Agenzia ANSA.
    Professionista dal 1980, aveva cominciato l'attività giornalistica parecchi anni prima, occupandosi tra l'altro di pallacanestro - una delle sue grandi passioni - per un periodico, 'Il Basket', edito a Bologna. Collaboratore del 'Manifesto', nel '75 fu tra i fondatori del 'Foglio', quotidiano di opinione politica fondato nel capoluogo emiliano da Luigi Pedrazzi ed Ermanno Gorrieri, poi diventò professionista alla 'Gazzetta dello sport', a Milano. Nell'estate '81 tornò a Bologna, alla redazione dell'ANSA (che all'epoca aveva competenza anche sulle Marche), di cui divenne caposervizio aggiunto nell'86, poi responsabile della sede l'1 gennaio 1996.
    Anni dopo aveva ricevuto anche la proposta di trasferirsi a Roma per guidare la redazione Cronache italiane dell'Agenzia, ma aveva preferito rimanere al timone della sede emiliano-romagnola. Era andato in pensione per limiti di età il 31 gennaio 2012, poi aveva collaborato con 'Ossigeno per l'informazione', l'osservatorio sui giornalisti minacciati in Italia promosso da Fnsi e Ordine. Stimato dai colleghi per disponibilità e competenza, esperto di politica internazionale come di sport, Paolo Castelli ha seguito, nella sua lunga carriera in agenzia, molti avvenimenti da prima pagina, facendo sempre dell'etica e della deontologia il baricentro della professione. Così lo aveva ricordato su Repubblica Bologna - nella rubrica 'Lettere da Londra' - il corrispondente Enrico Franceschini, al momento del pensionamento: "Senza l'opportunità che mi diede lui, forse nel giornalismo non sarei mai entrato neanch'io. Castelli non era solo il nostro 'capo' (nel settimanale di basket dove entro' nel '73, ndr), ma anche l'amico generoso, la guida caustica: con la sigaretta perennemente all'angolo della bocca, come i reporter dei vecchi film anni '40. Ma lui è un giornalista vero, non da cinema".
    Da anni una borsa di studio, auspicata dalla famiglia e dalla redazione e disposta dall'Ordine dei giornalisti, viene assegnata a uno degli allievi del Master in Giornalismo dell'Università di Bologna. (ANSA).
   

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