"Far bene, far presto" nella gestione dei primi fondi in arrivo per l'ultima alluvione che ha colpito l'Emilia-Romagna. Lo ripete tra un sopralluogo e l'altro la presidente facente funzioni Irene Priolo che ora è anche ufficialmente commissaria per questa nuova emergenza in regione.
Il capo del Dipartimento di Protezione civile ha firmato l'ordinanza ad hoc, un atto di solito scontato all'indomani di eventi catastrofici ma che nel clima di tensione di questi giorni suona quasi come un gesto distensivo. Si potranno anche cominciare ad assegnare i primissimi contributi, fino a 900 euro a famiglia. Sullo sfondo i toni però non si abbassano, né sul piano nazionale col nodo delle polizze assicurative, né su quello locale. Al primo confronto pubblico fra i candidati alla guida dell'Emilia-Romagna l'alluvione è terreno di scontro.
Il nodo delle assicurazioni anti catastrofe obbligatorie o meno per le famiglie è ancora oggetto di scontro politico, e nella stessa maggioranza di governo. Da Potenza il ministro Nello Musumeci, dal quale l'ipotesi di obbligo era partita, scandisce la retromarcia e spinge su una "fase di avvio facoltativa". Sulla facoltatività si attesta Matteo Salvini: "io penso che l'assicurazione debba essere facoltativa, debba essere una possibilità", ha detto a Firenze il vice premier e segretario della Lega, che dice "assolutamente no" a quella che considererebbe "un'ulteriore tassa, in un momento difficile, sulla casa che è già ipertassata".
Il leader di Noi moderati Maurizio Lupi si dice favorevole a incentivare le assicurazioni contro le calamità ma ribadisce che per le famiglie devono essere facoltative e volontarie. Per Davide Faraone di Italia viva le assicurazioni obbligatorie peserebbero alla stregua di una nuova tassa sulla casa. La misura rischierebbe di gravare non poco sulle finanze delle famiglie. Secondo calcoli del Codacons in tre anni le tariffe delle polizze casa sono già rincarate del 21%. Per la neo commissaria per l'alluvione Irene Priolo l'obbligo è semplicemente una misura "iniqua".
Priolo è intanto impegnata sul campo, scarpe nel fango dopo la furia del ciclone Boris. Da commissaria ha ora 30 giorni di tempo per predisporre un piano di interventi urgenti da sottoporre al capo della Protezione civile e potrà assegnare i primi contributi alle famiglie che hanno la casa distrutta o sgomberata. Assegni da 400 euro per i nuclei singoli a massimo 900 euro mensili per le famiglie con cinque o più persone. Altri 200 euro per la presenza eventuale di anziani o disabili.
Prevista anche la possibilità di chiedere la sospensione delle rate dei mutui. Per questi primi interventi urgenti sono a disposizione i 20 milioni deliberati ieri dal Consiglio dei ministri. "Far bene e far presto" è la priorità di Irene Priolo.
Gli sfollati sono calati a 1.200, sulle rotture degli argini si stanno sistemando massi ciclopici ma restano comunque situazioni molto critiche. In particolare la frazione di Traversara di Bagnacavallo (Ravenna), spazzata via dall'acqua e dal fango, dove oggi sono partite anche le vaccinazioni di antitetanica. Il tutto con un occhio alle previsioni meteo che da lunedì portano nuovi temporali. Quando il problema è lo scarico d'acqua, la tracimazione, sottolinea Priolo, non basta più solo la manutenzione perché i fiumi si riprendono il loro spazio. L'acqua non la tengono più.
Di qui la necessità di nuove casse di espansione, lavori grossi di prevenzione per i quali servono risorse. "Vanno finanziati i piani speciali per gli interventi strutturali", incalza Priolo, mentre dal Mase "non per cattiveria" i fondi sono stati "fin qui insufficienti". L'appello è a inserire le risorse nelle prossime leggi di stabilità e bilancio, guardando al triennio e non al solo 2025. Sull'alluvione non si risparmiano polemiche nemmeno sul piano locale, col botta e risposta fra Michele De Pascale ed Elena Ugolini, i candidati di centrosinistra e centrodestra alle Regionali in Emilia-Romagna.
Nel faccia a faccia al Festival di Open a Parma De Pascale, sindaco ravennate, accoglie con favore l'invito della premier Giorgia Meloni a lavorare e non polemizzare, "purché sia vero" la postilla. Ugolini rinfaccia al collega che per mezzo secolo la Regione non ha fatto nulla per prevenire disastri simili.
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