RAVENNA, 07 OTT - Tre persone ai domiciliari in esecuzione ad altrettante ordinanze cautelari per bancarotta, riciclaggio e frode. E il sequestro preventivo di oltre due milioni di euro tra disponibilità finanziarie, fabbricati e beni mobili.
Le verifiche della compagnia di Faenza erano scattate da un controllo fiscale nei confronti della società. In particolare i militari - prosegue l'accusa - hanno ricostruito una serie di operazioni societarie ritenute anomale (quali passaggi di quote sociali, distrazione di liquidità e di beni aziendali) oltre alla reale esistenza dei crediti commerciali maturati anche nei confronti di imprese estere (Svizzera e Slovacchia) - risultati poi falsi - che i tre ora ai domiciliari, avrebbero sistematicamente presentato agli istituti di credito per ottenere l'anticipazione di liquidità. Del denaro così incassato, circa tre milioni di euro, venivano fatte immediatamente perdere le tracce attraverso pagamenti di fatture per operazioni inesistenti emesse da imprese fittizie riconducibili agli stessi indagati. Un sistema adottato sino a pochi mesi prima della sentenza di fallimento e che ha portato a dissipare una somma complessiva di oltre cinque milioni di euro in danno della massa dei creditori - tra i quali lo Stato, i dipendenti e i fornitori - nei cui confronti la società aveva un'esposizione debitoria di circa due milioni di euro.
Soldi sottratti al fallimento, tre ai domiciliari
La Gdf di Faenza (Ravenna) sequestra due milioni di euro