Emilia Romagna

'Mosè in Egitto' di Rossini apre stagione Comunale di Modena

Dal 18 ottobre con Miche Pertusi, regia Pier Francesco Maestrini

Redazione Ansa

MODENA, 14 OTT - Il Teatro Comunale di Modena inaugura la stagione lirica il 18 ottobre alle 20 (replica il 20 alle 15.30) con Mosè in Egitto di Gioachino Rossini, un nuovo allestimento in coproduzione con i teatri di Piacenza e Reggio Emilia dove andrà in scena nelle prossime settimane.
    Con Mosè in Egitto il teatro modenese propone una fra le più apprezzate opere serie di Gioachino Rossini nella versione che il compositore mise in scena al San Carlo di Napoli nel 1819, quella con la celebre e struggente preghiera "Dal tuo stellato soglio". La direzione musicale è affidata a Giovanni Di Stefano con l'Orchestra Filarmonica Italiana. Le scene, firmate da Nicolás Boni per la regia di Pier Francesco Maestrini, propongono una ambientazione naturalistica anche attraverso l'uso di proiezioni video.
    Il ruolo del titolo sarà cantato da Michele Pertusi, interprete rossiniano fra i più acclamati della scena lirica mondiale, ospite abituale al Rossini Opera Festival di Pesaro.
    Il resto del cast comprende Dave Monaco (Osiride), Andrea Pellegrini (il Faraone), Aida Pascu (Elcia), Mariam Battistelli (Amaltea), Angela Schisano (Amenofi), Matteo Mezzaro (Aronne), Andrea Galli (Mambre) con il Coro Lirico di Modena preparato da Giovanni Farina. L'opera, che debuttò a Napoli nel 1818, è liberamente basata sull'esodo dall'Egitto del popolo israelita, guidato da Mosè, al cui soggetto venne aggiunto il tema amoroso fra il figlio del Faraone e l'ebrea Elcia. Il libretto si apre fra le tenebre dissipate dalla preghiera di Mosè e si conclude con la spettacolare apertura delle acque del Mar Rosso.
    "Considerando che i riferimenti storici sono tanto flebili quanto artificiosi - commenta il regista - assieme allo scenografo e alla costumista abbiamo pensato, nel rispetto dei tempi e della cultura nonché del forte senso religioso che ha costituito la cornice temporale all'interno della quale Rossini ha concepito quest'opera, di attingere più dal fantastico che dallo storico e ricercare una evocativa chiave visuale della vicenda per quella che è, cercando di evidenziare la spettacolarità degli eventi prodigiosi e gli effetti dei poteri soprannaturali che sono anche i momenti cruciali dell'opera".

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