BOLOGNA, 14 OTT - È cominciata questa mattina a Bologna la discussione nell'ambito del processo sul crac di Bio-on, la società di bioplastiche fallita il 19 dicembre 2019, dopo le indagini innescate da un attacco del fondo Usa Quintessential.
A prendere la parola, davanti al collegio presieduto dal giudice Domenico Pasquariello, il procuratore aggiunto Francesco Caleca e il pm Michele Martorelli: quest'ultimo proseguirà la sua requisitoria anche domani, con le richieste di pena.
Sotto accusa sono nove persone, tra cui l'ex presidente della società Marco Astorri, il suo vice Guido Cicognani e Gianfranco Capodaglio, ex presidente del collegio sindacale. Poi i revisori dei conti di diversi anni Gianni Bendandi, Vittorio Agostini, Pasquale Buonpensiere, Vittorio Folla, Gianni Lorenzoni e Giuseppe Magni. Gli imputati rispondono, a vario titolo, di bancarotta fraudolenta impropria e per distrazione e per tentato ricorso abusivo al credito. Al termine dell'udienza preliminare aveva patteggiato invece una pena a un anno e sei mesi il revisore dei conti di Ernst&Young, Alberto Rosa.
"Una immagine che mi è venuta in mente - ha detto Caleca - all'inizio della sua requisitoria pensando a Bio-on - è quella di un vecchio souvenir. In Campania venivano messi in vendita barattoli molto belli, di grande valore estetico, con l'etichetta del Golfo di Napoli. Erano i barattoli dell'aria di Napoli, ma a parte il valore estetico, quando si apriva il barattolo non c'era nulla. L'etichetta che veniva posta decantava una immagine rivoluzionaria, ma quando si guardava dentro non c'era nulla".
Per il procuratore aggiunto, c'è stata "una gestione criminale di questa impresa, prima del fallimento". Parlando dell'inchiesta Caleca ha poi sottolineato che "tutto si può dire, tranne che sia il frutto di una strumentalizzazione della Procura da parte di poteri forti o di concorrenti interessati a distruggere Bio-on, come adombrato in alcuni momenti di questo processo".
Processo Bio-on: Pm, azienda come barattoli con l'aria di Napoli
Al via la requisitoria, 'gestione criminale dell'impresa'