Emilia Romagna

Un nuovo Requiem di Guarnieri per le vittime di Monte Sole

Il 25 ottobre a Bologna con Orchestra e Coro del Teatro Comunale

Redazione Ansa

(ANSA) - BOLOGNA, 18 OTT - Nell'ormai lontano 1987 il compositore Adriano Guarnieri si ispirò a Pier Paolo Pasolini e in particolare alla sua "Religione del mio tempo" per l'opera Trionfo della Notte: partendo proprio da lì, da quei testi e da "Quare tristis" di Giovanni Raboni, oltre che da frammenti biblici, il settantasettenne maestro mantovano (ma bolognese di adozione) ha realizzato il suo nuovo requiem "A loro, nel gelido crepuscolo dell'aurora" dedicandolo alle vittime dell'eccidio di Monte Sole.
    Nell'ottantesimo anniversario di quella che è conosciuta anche come Strage di Marzabotto, il Comune e il Teatro Comunale di Bologna offrono alla cittadinanza un concerto commemorativo dello sterminio nazifascista, avvenuto nell'autunno del 1944, proponendo la prima esecuzione assoluta, il 25 ottobre alle 20. 30 all'Auditorium Manzoni, del brano di Guarnieri. Tonino Battista salirà sul podio dell'Orchestra e del Coro del Comunale (preparato da Gea Garatti Ansini) con i solisti Livia Rado e Patricia Fodor (soprani), Aloisa Aisemberg (contralto) e Marcello Nardis (tenore). Guarnieri visitò otto anni fa Marzabotto e Monte Sole insieme a uno degli ultimi testimoni della strage: "Al termine del percorso mi fermai e, ancora scosso dall'emozione, promisi a me stesso che avrei parlato di quei nomi, di quelle persone, di quegli innocenti. Avvenne una specie di colloquio interiore tra me e loro. L'idea del Requiem è nata così, come un'autocommissione", spiega il compositore, uno dei massimi tra i contemporanei. Per tre anni Guarnieri ha lavorato alla stesura dell'imponente pagina, per proporzioni e organico dispiegato: "l'opera si discosta dalla tipica struttura in nove parti del Requiem tradizionale con le trombe, che suoneranno dai due lati della sala, a rappresentare il simbolo del giudizio universale, mentre la linea melodica continua tenuta dai violoncelli rappresenta il lamento funebre". (ANSA).
   

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