Emilia Romagna

La notte di paura dei bolognesi, il Ravone "come i geyser"

Le testimonianze dei residenti vicino ai punti di esondazione

Redazione Ansa

"Ecco lì, vede, il Ravone ha bucato dappertutto ed è uscito. In dieci minuti ha riempito i garage fino al soffitto, completamente pieni". È la seconda mattina dopo la notte di paura a Bologna. Una signora, poco distante da via Andrea Costa, è intenta a ripulire un appartamento e mostra sul terreno confinante con l'abitazione delle grosse buche dalle quali è fuoriuscita con tutta la sua potenza l'acqua del torrente Ravone, che scorre sotto parte della città. Indica il muro e la rete di delimitazione sulla quale è presente un cartello: "Pericolo di crollo, vietato attraversare questo limite" e commenta: "Evidentemente doveva essere abbastanza chiaro a tutti che qui non fosse tanto solido".

La signora Marina, invece, vive sull'altra "sponda" del Ravone. "Il torrente è coperto e in trentasei anni che siamo qui non è mai accaduto nulla - sottolinea - temevamo che potesse...". Anche Marina mostra delle grosse buche nel terreno: "Sembravano i geyser, ci sono falle belle grosse. È stato devastante, al buio, un rumore assordante, terribile. Il peggio lo hanno vissuto quelli dall'altra parte. Qua sembrava una cascata".

In via Zoccoli, il Ravone passa dietro: "A un certo punto sabato sera è esondato e il nostro cortile ha fatto da bacino di contenimento - racconta Fulvia Sidoli, residente in zona - l'acqua è arrivata al piano ammezzato, è andata via la luce, le linee telefoniche erano intasate, così ci siamo rifugiati ai piani alti - prosegue - Verso le 5 del mattino ha cominciato a defluire l'acqua, lasciando il fango che arrivava fino al ginocchio. Abbiamo perso la macchina, gli scooter. Un disastro".

Fulvia spiega che qualcuno dei suoi vicini di casa ha scelto di restare anche senza luce e gas, "io sono andata a dormire da mio padre, eravamo in casa con le candele e abbiamo preferito spostarci". Momenti d'ansia anche per Angela Oleandri sabato sera, quando il primo pensiero è andato alla madre anziana che non riesce più a camminare da sola: "L'abbiamo portata in braccio ai piani alti - spiega - ci hanno ospitato dei vicini. L'acqua è entrata con una velocità!". Poi il sollievo: "Già ieri mattina sono arrivati in tanti ad aiutarci per liberare la casa dal fango".
   

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