Emilia Romagna

Cécile McLorin Salvant, primo live di Bologna Jazz Festival

La cantante afroamericana il 28 ottobre al Teatro Duse

Redazione Ansa

(ANSA) - BOLOGNA, 25 OTT - Punta di diamante della nuova generazione di eroine del canto jazz legate alla matrice afroamericana, Cécile McLorin Salvant nel giro di pochi anni ha confermato il pronostico fatto in occasione del suo debutto da Stephen Holden del New York Times: "Se c'è qualcuno che può portare avanti la discendenza delle tre grandi, Billie Holiday, Ella Fitzgerald e Sarah Vaughan, è questa giovane virtuosa".
    Con il suo concerto, lunedì 28 ottobre alle 21,15 al Teatro Duse, il Bologna Jazz Festival propone il primo grande live dell'edizione 2024, da poco iniziata: il concerto di Cécile McLorin Salvant inaugura quello che sarà un poker musicale completato poi da Pat Metheny, Mulatu Astatke e i McCoy Legends.
    Con la cantante franco-americana saliranno sul palco Sullivan Fortner al pianoforte, Yasushi Nakamura al contrabbasso e Kyle Poole alla batteria. Nata nel 1989 e cresciuta a Miami, Cécile McLorin Salvant ha iniziato lì gli studi di canto classico, per proseguirli poi in Francia ad Aix-en-Provence, dove si è trasferita nel 2007. È qui che uno dei suoi insegnanti, il sassofonista Jean-François Bonnel, la indirizza verso il jazz e nel 2009 ne patrocina col suo gruppo l'esordio discografico.
    Dopo appena un anno dal quel primo passo inaspettato nella musica jazz si aggiudica la Thelonious Monk International Jazz Competition, la principale porta di accesso per i giovani talenti verso le alte sfere del professionismo musicale. Da allora Cécile ha pubblicato altri sei dischi, conquistando tre Grammy Award per il miglio disco di jazz vocale (nel 2016 con For One to Love, nel 2018 per Dreams and Daggers e ancora nel 2019 grazie a The Window) e raggiungendo il primo posto nel referendum dei critici di DownBeat (nel 2014 con WomanChild e poi grazie a Dreams and Daggers). Nella sua personale visione della musica afroamericana, jazz, vaudeville, blues e folk sono strettamente interconnessi. I temi affrontati nelle canzoni, spesso ripescate da repertori dimenticati, sono "forti" e permettono alla sua voce di esibire tutta la sua intensità interpretativa, sostenuta da un ampio registro il cui perfetto controllo rivela la formazione classica operistica. (ANSA).
   

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