Sarà ascoltato domani mattina dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale dei minori di Bologna il ragazzo di 15 anni che da ventiquattro ore si trova in stato di fermo in relazione alla morte di Aurora, la ragazzina di 13 anni che venerdì scorso è morta sul colpo dopo essere precipitata dal tetto al settimo piano del palazzo in cui viveva con la madre a Piacenza, alle porte del centro storico.
Un volo di una decina di metri, terminato nel cortile di un appartamento di tre piani più sotto, che non le ha lasciato scampo. Il 15enne, fidanzato della vittima, è stato fin da subito indagato per omicidio: inizialmente a piede libero, ma successivamente raggiunto dal provvedimento restrittivo firmato dal pm della Procura minorile di Bologna: dagli ambienti investigativi non arrivano dettagli, ma è certo che nelle ore successive al suo lungo interrogatorio nella caserma dei carabinieri di Piacenza, il quadro indiziario nei suoi confronti si sia aggravato di parecchio per una serie di elementi raccolti subito dopo dal Nucleo investigativo, permettendo alla Procura bolognese di emettere la misura che lo ha portato in un istituto minorile.
Non ultimo, la presenza agli atti di alcune immagini girate giorni fa a una fermata dell'autobus da un'altra ragazza che avrebbe ripreso il giovane indagato mentre maltrattava Aurora: si tratta di un episodio accaduto il 4 ottobre quando la testimone avrebbe visto un giovane che strattonava una ragazzina minuta. A quel punto avrebbe scattato alcune foto e poi si sarebbe avvicinata alla ragazzina per dirle "Ciao come stai", riuscendo ad allontanare il ragazzo.
Quando ha saputo della tragedia di venerdì, la ragazza ha pensato che l'adolescente vista in strada potesse essere proprio Aurora: ha contattato i familiari, mostrando le foto, la 13enne è stata riconosciuta e tutto è finito nelle mani dei carabinieri. Il 15enne, al momento unico indagato per la morte di Aurora, comparirà davanti al giudice domani in mattinata, ed è probabile che la Procura chiederà la conferma di una misura cautelare. Alla notizia del fermo, la famiglia di Aurora "si è sentita sollevata". Lo ha spiegato l'avvocata Lorenza Dordoni, che assiste la madre.
Nei giorni scorsi la sorella 22enne della ragazza aveva lanciato varie accuse sui social, spiegando che non credeva al suicidio o all'incidente per la caduta dal balcone all'ottavo piano del palazzo.
"La madre ha pianto - ha detto l'avvocata - e ha detto che i sospetti che aveva, oggi li considera una conferma". Sul fronte delle indagini intanto arrivano i primi tasselli dall'autopsia che si è svolta a Pavia: il grosso trauma cranico riportato dalla 13enne sarebbe infatti pienamente compatibile con un trauma da precipitazione, e sarebbe dunque stato causato proprio dalla caduta dal settimo piano.
All'esame, condotto dal medico legale Giovanni Cecchetto, incaricato dalla procura di Bologna, erano presenti anche i consulenti di parte: i medici legali Novella D'Agostini per la famiglia di Aurora, e Attilio Maisto per l'indagato. Le parti restano ora in attesa degli esiti degli esami istologici e dei tamponi di ricerca genetica che sono stati eseguiti durante l'esame medico legale che potrebbero fornire informazioni utili sugli ultimi minuti della sua breve vita.
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