Emilia Romagna

Emilia-Romagna al voto con l'incognita affluenza

Sfida de Pascale-Ugolini per la presidenza della Regione

Redazione Ansa

 Domenica e lunedì l'Emilia-Romagna vota per scegliere il nuovo presidente che succederà a Stefano Bonaccini: sono quattro i candidati in corsa, ma la sfida è fra il sindaco di Ravenna, Michele de Pascale, esponente del Pd sostenuto dal centrosinistra in versione campo larghissimo e la preside Elena Ugolini, indipendente di area Comunione e Liberazione appoggiata compattamente dal centrodestra.
   

L'incognita principale che pesa sul voto è quella relativa all'affluenza alle urne, tanto che, in queste ultime ore, si sono rinnovati gli appelli alla partecipazione. Rispetto a quello che avvenne nelle precedenti elezioni, nel gennaio 2020, l'attenzione mediatica è stata minore: allora Matteo Salvini s'impegnò a tempo pieno a sostegno di Lucia Borgonzoni, suscitando una reazione del centrosinistra, trainata dal movimento delle sardine, che portò l'affluenza al 67%, un dato decisamente significativo per un'elezione regionale.
   

Che si possa raggiungere quel traguardo non ci scommette nessuno, con il timore di quello che successe nelle regionali del 2014, le prime vinte da Bonaccini, quando la partecipazione crollò al 37%, sull'onda di una serie di inchieste che avevano coinvolto sia il presidente Vasco Errani sia i rimborsi dei consiglieri regionali.
   

Nelle ultime ore di campagna elettorale i due candidati principali non sono stati affiancati dai leader nazionali che hanno preferito concentrarsi sulla campagna elettorale in Umbria.
    Michele de Pascale ha scelto Bologna per l'iniziativa conclusiva della sua campagna elettorale: una scelta dettata anche dal fatto che il capoluogo è il bacino elettorale più importante per il centrosinistra, che anche nel 2020 fu decisivo per la vittoria di Bonaccini.
    Elena Ugolini ha invece scelto una delle città della regione governate dal centrodestra per lanciare l'ultimo appello al voto, ovvero Ferrara. L'obiettivo è quello di centrare un'impresa storica come strappare alla sinistra la Regione Emilia-Romagna per la prima volta da quando è stata istituita nel 1970. La strada è in salita: alle europee di giugno il divario fra la somma dei partiti che compongono le due coalizioni fu di circa 15 punti.
    La sfida si concentra fra i due candidati principali, ma in corsa ce ne sono altri due: Federico Serra, sostenuto da una lista che comprende Potere al Popolo e Rifondazione comunista e Luca Teodori, alla guida di un movimento no-vax e no-euro.

   

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