Emilia Romagna

Carcere, da Bologna 'rete di città' per migliorare la situazione

L'attore Bergonzoni ai ragazzi, 'n piazza anche per i detenuti

Redazione Ansa

(ANSA) - BOLOGNA, 30 NOV - "Come Comune di Bologna abbiamo deciso che non fosse più sufficiente fare il lavoro istituzionale che lungo questi due anni abbiamo fatto, attraverso anche il Consiglio comunale, con visite nelle carceri che hanno constatato una situazione davvero insostenibile e per noi incostituzionale, ma servisse prendere parola pubblica, perché non ci fosse semplicemente una cinica contabilità dei morti in carcere". A parlare è l'assessore al Welfare Luca Rizzo Nervo, in occasione della mobilitazione pubblica organizzata a Bologna dal Comune e dall'Ordine degli avvocati in piazza Lucio Dalla, sulla situazione drammatica delle carceri italiane.
    Con 84 suicidi da inizio anno, 62.110 detenuti contro i 51.234 posti di capienza regolamentare. Uno degli obiettivi è far partire una "rete di città", per alimentare un dibattito "che spesso si sintetizza nel sentire sottosegretari alla Giustizia che parlano di 'intima gioia nel togliere il respiro alle persone'".
    Presenti, tra gli altri, il presidente dell'Ordine degli avvocati di Bologna, Flavio Peccenini, il presidente della Camera Penale di Bologna, Nicola Mazzacuva, l'avvocato Ettore Grenci e l'attore Alessandro Bergonzoni. "Occorre un provvedimento - ha sottolineato Peccenini - più provvedimenti che svuotino, parzialmente, le carceri. Visto che non siamo in grado di costruirne delle nuove, meritevoli di essere chiamati luoghi di recupero e riabilitazione, dobbiamo sicuramente cercare di svuotare maggiormente le vecchie e poi mentre le si svuotano renderle ancora più adatte".
    Bergonzoni, dal canto suo, è pronto a lanciare il movimento dei 'rivoltosi fuori'. "Chiedo alle persone di prendere i loro cappotti e di rivoltarli, in maniera che le altre persone quando ti vedono in giro per strada ti chiedano perché il tuo cappotto è rivoltato? Perché mi rivolto a quello che c'è di rivoltante dentro un carcere". Inoltre l'artista bolognese chiede agli stessi ragazzi che scendono in piazza per protestare contro la violenza sulle donne, di interessarsi e manifestare anche per le condizioni drammatiche di chi vive in carcere. "Queste donne chi sono? Questi uomini chi sono? Sono diversi? Meno armi e più attenzione a chi ha commesso un reato, ma è colpito da uno Stato che commette lo stesso reato", ha sottolineato. (ANSA).
   

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