Emilia Romagna

Il capo perfetto, Zingaretti in una nuova serie Netflix

Basata sulla commedia 'El Buen Patrón', riprese in corso

Redazione Ansa

(di Nicoletta Tamberlich) (ANSA) - ROMA, 08 DIC - Luca Zingaretti torna sul set. Mentre si attende la data d'uscita del suo primo film da regista "La casa degli sguardi", presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma, l'attore romano è impegnato nelle riprese della nuova serie italiana targata Netflix "Il capo perfetto".
    Prodotta da Cattleya, parte del gruppo ITV Studios e girata tra Rubiera (Reggio Emilia), Modena e Sassuolo. Diretta da Roan Johnson (i primi tre episodi) e Niccolò Falsetti (gli altri 3), è basata sul film spagnolo El Buen Patrón con Javier Bardem e di Fernando León de Aranoa, che qui firma il soggetto di serie.
    Giulio Zagni (Luca Zingaretti) è "il capo perfetto", da sempre il sovrano indiscusso e amatissimo della sua fabbrica di volanti e della sua famiglia. Amici, parenti, dipendenti possono andare fuori strada, tanto c'è sempre lui a sistemare le cose, costi quel che costi. Ma quando questo meccanismo perfettamente oliato si inceppa, la vita professionale e famigliare di questo imprenditore modello della Motor Valley va improvvisamente fuori controllo. Tra imprevisti tragicomici e colpi di genio riuscirà Giulio a rimettersi in pista? Nel cast anche Francesco Colella, Giovanni Esposito, Alessia Giuliani, Carmine Buschini, Alberto Boubakar Malanchino, Sara Drago, Cristina Cappelli, Sara Mondello, Anna Bisciari e Cristina Parku.
    La serie è scritta da Davide Lantieri (I delitti del Barlume, Il grande giorno) Michele Pellegrini (Imma Tataranni, La mafia uccide solo d'estate), che è anche Head Writer, Marco Pettenello (Berlinguer - La grande ambizione, Lontano lontano), Serena Patrignanelli (Rosa Elettrica) e Virginia Virilli (Bang Bang Baby).
    Realizzato nel 2021, Il capo perfetto con Barden è un film molto attuale, che usa la comicità per mettere in discussione il falso mito dell'industria come una grande famiglia. È un film politico dove però le vicende private dei personaggi e i rapporti tra loro, anzi il loro deterioramento, vengono prima di tutto. Lo stesso regista de Aranoa lo ha definito come l'immagine di "un mondo operaio del lavoro logoro, senza buoni né cattivi, lontano da ogni manicheismo. Una commedia graffiante, grigio scuro, quasi nera. Uno sguardo corrosivo dei rapporti personali e professionali all'interno di un'azienda familiare che impiega un centinaio di dipendenti". (ANSA).
   

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