Emilia Romagna

A Parma Emma Dante dà corpo ai tormenti di Giovanna d'Arco

Applausi all'inaugurazione della stagione del Regio

Redazione Ansa

(ANSA) - PARMA, 25 GEN - Rosso è il colore di Giovanna d'Arco, che ha inaugurato la stagione lirica del teatro Regio di Parma. Rosso come l'abito che indossava la protagonista femminile Nino Machaidze, che ha confermato le sue non comuni doti canore, ma soprattutto come il filo rosso ideale con cui la regista Emma Dante e il direttore d'orchestra Michele Gamba sono riusciti a dare unità drammaturgica e musicale a una delle opere meno rappresentate di Verdi, che, con i suoi cambi repentini di registro, rischia di apparire frastagliata e contraddittoria.
    Non è stato questo il caso. Concentrandosi in particolare sulla malattia mentale, la schizofrenia, dando corpo fisico alle voci nella testa di Giovanna (angeliche creature fiorite, e demoniache creature rosse con le coreografie di Manuela Lo Sicco) Dante ha riempito di movimento ogni nota e ogni silenzio, senza coprirle ma sottolineandole. Viceversa la musica, eseguita dalla filarmonica Toscanini, ha accompagnato e dato senso alle azioni in scena: dai movimenti del coro del teatro Regio diretto da Martino Faggiani, alla rabbia soffocata di Giacomo (il notevole basso Ariunbaatar Gansbaaatar), padre di Giovanna, che pensa il re l'abbia conquistata e non sia più pura, al tentativo del re Carlo VII ( il tenore Luciano Ganci) di conquistare la pulzella d'Orleans, capace di vincere in battaglia e tormentata.
    "Forse - ha spiegato la regista nelle note di regia - è pazza, forse è una santa ispirata dal cielo, forse è una strega succube degli spiriti malvagi, ma certamente è una donna eccezionale". Fra archi d'oro o di fiori, con echi di sicilianità, e un suggestivo bosco magico che si cala sul palco dall'alto, le scene di Carmine Marigola e i costumi di Vanessa Sannino con le luci di Luigi Biondi hanno aiutato a ricreare la magia del soprannaturale. Un'opera cameristica l'ha definita Gamba che ha scelto una lettura personale e intimistica della partitura di Giovanna d'Arco, dove solo tre sono i protagonisti.
    Personale e vincente, con applausi finali per tutti i protagonisti, inclusa Emma Dante, particolarmente calorosi per il maestro. (ANSA).
   

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