Emilia Romagna

Il Tavolo delle Trattative, Alessandro Bergonzoni e Art City

Sarà "un'installazione di sensibilizzazione artistico-sociale"

Il Tavolo delle Trattative, Alessandro Bergonzoni e Art City

Redazione Ansa

(ANSA) - BOLOGNA, 01 FEB - Un'installazione di sensibilizzazione artistico sociale, ideata e realizzata da Alessandro Bergonzoni, sarà esposta dal 5 al 10 febbraio a Bologna, nella Sala della Cultura a Palazzo Pepoli, all'interno del cartellone di Art City Bologna. E' 'Il tavolo delle Trattative' e nasce come un'opera viva "che vuole diventare fulcro di convergenza e dialogo, per promuovere un confronto sulla pace e sulla necessità del 'trattare'", accogliendo i contributi di artisti, intellettuali, esponenti pubblici, associazioni e persone della società civile. Diverse iniziative si susseguiranno in particolare durante la Art City White Night, sabato 8 febbraio dalle 20 alle 24, mentre il finissage si terrà il 10 febbraio, in occasione della conclusione ufficiale dell'installazione con una tavola "delle trattative" tra l'artista, i rappresentanti delle istituzioni e delle diverse fedi nella città di Bologna: hanno dato la loro adesione il cardinale Matteo Zuppi, l'imam della comunità musulmana Yassine Lafram, il presidente della Comunità ebraica Daniele De Paz, il sindaco Matteo Lepore.
    "Da tempo - spiega Bergonzoni - volevo realizzare un'opera, una installazione artistica, per 'unire' arti ad arte, per trasformare mutilazioni in azioni, un gesto, un simbolo di quanto stava accadendo e continua ad accadere nel mondo tutto: Afganistan, Iraq, Ucraina, Russia, Israele, Palestina, Libano, Giordania, Mozambico e tanta Africa. Più di cinquanta conflitti, per i quali auspico e propongo l'esposizione nelle città di tutti i vessilli dei paesi coinvolti, bandiera arcobaleno e bianca compresa, perché non é una resa, ma rende, cioè restituisce l'idea di dignità, anche a chi non vuole più uccidere né sacrificare in maggior parte i civili, per qualsiasi ragione, o torto subito. Virtualmente e spero non solo, questo tavolo vivrà in tutti i 'teatri' di guerra, dove l'unico pubblico che c'è, spesso è lontano migliaia di chilometri e sta a guardare più o meno impotente. Peggio ancora è pubblico pagante cioè che, connivente, foraggia ed alimenta con armi e mezzi, quel palco dove gli attori continuano a morire ad estinguersi e a soffrire, come lo stesso copione recita: colonizzare, conquistare, invadere, profanare, bombardare, con fierezza direi atomica!". (ANSA).
   

Leggi l'articolo completo su ANSA.it