Almeno tre incontri tra settembre e dicembre per arrivare entro l’inizio del 2025 a finalizzare delle raccomandazioni a Bruxelles per affrontare le sfide del settore vitivinicolo dell’Ue, sempre più esposto a esportazioni "incerte" e a "vendemmie imprevedibili" da ricondurre a "eventi meteorologici più frequenti e più gravi".
Il gruppo di alto livello sulla politica vitivinicola annunciato dalla Commissione europea a giugno si riunirà per la prima volta mercoledì 11 settembre per fornire un contributo alla riflessione sulla futura Pac post 2027, su cui una proposta da parte dell'esecutivo europeo dovrebbe "arrivare nell'estate 2025". A dettare termini e agenda della iniziativa per il vino è Pierre Bascou, rappresentante della Dg Agri della Commissione europea in un confronto con gli eurodeputati della commissione agricoltura (Agri) dell’Europarlamento il 5 settembre.
Il settore - ha ammesso di fronte agli eurodeputati - "si è trovato sempre più spesso ad affrontare sfide significative nel corso degli ultimi anni" su "entrambi i fronti, quello del consumo e quello della produzione". Mentre il "notevole calo dei consumi è dovuto a una combinazione di fattori", come le conseguenze della pandemia Covid-19 o dell'aggressione russa dell'Ucraina, sul fronte della produzione il comparto ha risentito "dell'aumento dei costi degli input agricoli", ha ancora osservato Bascou. Secondo le stime della Commissione europea, il settore crea circa 3 milioni di posti di lavoro diretti e indiretti a tempo pieno, la maggior parte dei quali nelle aree rurali, e contribuisce con circa 130 miliardi di euro al Pil dell'Ue, incluso il valore diretto e indotto generato nell'intera filiera.
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