BRUXELLES - Lo scontro in atto da mesi tra il premier sloveno Janez Jansa e i media arriva fino al Parlamento europeo. Jansa ha abbandonato la sessione di lavoro del gruppo di monitoraggio della democrazia dell'Eurocamera, dedicata alla situazione dei diritti umani del suo Paese, accusando gli eurodeputati di voler censurare un video che aveva preparato.
Jansa, in collegamento video, ha chiesto a più riprese alla presidente del gruppo, l'eurodeputata di Renew, Sophie in 't Veld, che il video venisse trasmesso, affermando di averlo inviato più di tre ore prima dell'inizio della seduta. Ricostruzione non confermata dalla presidente, secondo cui il video della discordia sarebbe arrivato solo poco prima dell'avvio del dibattito.
"Una specie di imboscata", l'ha definita 't Veld la quale, tuttavia, ha assicurato che il materiale sarebbe stato messo agli atti e reso disponibile per gli eurodeputati. Ma Jansa ha prima minacciato di abbandonare la seduta se il video non fosse stato proiettato, e poi è passato dalle minacce ai fatti. E anche il ministro della Cultura sloveno, Vasko Simoniti, il cui intervento era previsto dopo quello del premier, si è ritirato dal dibattito.
"Siamo in una commissione parlamentare, non al cinema" ha protestato l'eurodeputato dei Verdi, Sergey Lagodinsky, definendo l'atteggiamento di Jansa "una vergogna" per uno Stato che si accinge a guidare il semestre di Presidenza dell'Ue. "L'Europa non è l'avversario del governo sloveno, né il gruppo è una tribuna, ma un luogo dove scambiare delle opinioni", ha chiosato la presidente 't Veld che ha respinto le accuse di censura mosse da Jansa.
Il premier sloveno "intendeva condividere del materiale visivo" con il gruppo di monitoraggio della democrazia del Parlamento europeo, consistente in "tre video arrivati poco prima dell'inizio della riunione, ed alcuni mentre l'incontro era in corso", precisa un comunicato del gruppo di lavoro del Parlamento.
"Tuttavia Jansa - si legge nella nota - ha insistito perché i video venissero visualizzati immediatamente", divenendo tale visione "il presupposto per il proseguimento della riunione del primo ministro, cosa estremamente deplorevole".
"Restiamo aperti a un'ulteriore opportunità di dialogo", conclude la nota, augurandosi che "le autorità slovene siano pronte per un dibattito aperto e costruttivo".
Per Katarina Barley, eurodeputata del Pse e membro del gruppo di lavoro del Pe, "lo smantellamento sistematico della libertà dei media da parte di Jansa, i suoi insulti ai giornalisti, uniti alla sua incapacità di affrontare il controllo democratico sono motivo di grande preoccupazione e non promettono nulla di buono per la presidenza slovena (del semestre Ue, ndr) che sta per iniziare".
"La breve apparizione odierna del primo ministro ci ha lasciato più domande che risposte", ha commentato l'eurodeputata del Pse, Elena Yoncheva, membro del gruppo di lavoro del Pe. "Abbiamo ascoltato racconti preoccupanti dei rappresentanti dei media e del difensore civico per i diritti umani che hanno confermato alcune delle nostre ansie sullo stato della libertà dei media in Slovenia", prosegue Yoncheva che esorta ad una riflessione sui prossimi passi da compiere "come istituzione per prevenire ulteriori arretramenti nella libertà dei media".
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