STRASBURGO - Il dietrofront di Von der Leyen sulle regole Ue sui pesticidi "è un passo nella direzione giusta": è quanto spiega nel podcast di ANSAEuorpa l'eurodeputato dem ed ex ministro dell'agricoltura Paolo De Castro. Una mossa pensata dalla Commissione Ue per placare gli agricoltori che da settimane protestano in tutta Europa ma che potrebbe non bastare, poiché "negli animi degli agricoltori si è ormai affermata una sensazione di un'Europa nemica", commenta l'eurodeputato.
De Castro tuttavia non fa retromarcia sugli obiettivi climatici, anzi spiega che "la transizione ecologica va fatta". "Sia chiaro, il tema è che va fatta fare con gli agricoltori e non contro di loro", afferma. Il regolamento sui pesticidi d'altronde aveva già subito forti critiche dalla commissione agricoltura dell'Eurocamera, in cui l'ex ministro siede. "Un regolamento con solo obiettivi e senza nessun piano alternativo da offrire agli agricoltori per combattere le malattie", spiega l'eurodeputato, che sottolinea come il testo fosse finito sotto anche nella votazione finale in plenaria a Strasburgo.
I consumatori però non devono farsi prendere dal panico. "Il dietrofront della Commissione non spiana la strada ai pesticidi", spiega De Castro. "L'Europa sta riducendo l'uso dei pesticidi da 30 anni, un recente studio fatto in Italia da Agrofarma ha messo in evidenza che l'Italia negli ultimi 18-20 anni ha ridotto del 30% l'uso dei pesticidi e ha ridotto l'uso degli antibiotici, quindi noi siamo già sulla strada giusta", aggiunge.
La guerra ai pesticidi quindi va fatta "aiutando gli agricoltori a trovare alternative, per esempio con le tecniche di produzione assistita, che possono consentire alla scienza di creare piante resistenti alle malattie per via genetica piuttosto che per via chimica, e su cui voteremo al Parlamento europeo proprio in questi giorni", continua De Castro. Anche la sovra-regolamentazione d'altronde comporta rischi per la salute. "Se imponiamo tutti questi standard ai nostro agricoltori e poi non riescono ad applicarli, finirà che aumenteranno le importazioni da Paesi con standard più bassi", spiega l'ex ministro che mette in guardia l'Europa dall'aggiungere "al danno agli agricoltori, anche una beffa ai consumatori".
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