Europarlamento

Il Partito popolare europeo vuole anticipare la revisione delle misure sulle auto

Il gruppo sposa la linea italiana con obiettivo al 2025

Il Partito popolare europeo vuole anticipare la revisione delle misure sulle auto

Redazione Ansa

BRUXELLES - Anticipare al 2025 la clausola di revisione delle norme europee sulle auto e rivedere il divieto sui motori a combustione interna, diesel e benzina, previsto per il 2035 per "riflettere il principio di neutralità tecnologica", ovvero consentire nella transizione un mix di tecnologie più ampio del solo elettrico, compresi i biocarburanti. Nel pieno della crisi automotive e dell'avvio del nuovo mandato, il Ppe è al lavoro su un position paper sulla competitività dell'industria delle auto in Europa per porre fine alla "pressione senza precedenti" a cui è sottoposta l'industria automobilistica europea.

A quanto si apprende, il documento - che attualmente conta sei pagine ma è ancora suscettibile a modifiche - dovrebbe essere approvato dal gruppo mercoledì della prossima settimana in vista della presentazione da parte del nuovo esecutivo Ue del "Piano per l'industria pulita" promesso nei primi cento giorni del nuovo mandato. Il gruppo - famiglia politica di Ursula von der Leyen - di fatto sposa molte delle richieste avanzate negli ultimi mesi a Bruxelles dall'Italia per anticipare all'inizio del prossimo anno la revisione del regolamento (oggi prevista al 2026) che dal 2035 imporrà un divieto di immatricolare motori a combustione interna, diesel e benzina.

La "revisione urgente" richiesta dal Ppe dovrebbe essere finalizzata a garantire un "approccio tecnologicamente neutrale" e riconoscere il ruolo di tutte "le tecnologie nel raggiungimento delle riduzioni di CO2", compresi "carburanti alternativi, e-fuels e biocarburanti", si legge nel documento. Tra le altre istanze, il gruppo si scaglia contro le multe che scatteranno dal prossimo anno per le case automobilistiche che non si adeguano per tempo ai primi target più rigidi sulle emissioni delle nuove auto immatricolate che saranno in vigore nei prossimi dodici mesi. "Se le sanzioni sono inevitabili", si legge nel documento, "i ricavi dovrebbero essere reinvestiti nel settore automobilistico per scopi specifici (ad esempio per la realizzazione di infrastrutture, programmi di incentivi, digitalizzazione) invece che nel bilancio generale dell'Ue"

Leggi l'articolo completo su ANSA.it