"L'intervento europeo e quello italiano sul tema dell'intelligenza artificiale sono stati estremamente rapidi. C'è un tema relativo ai tempi, perché l'AI Act sarà operativo tra un anno, mentre la via italiana, da questo punto di vista, ha caratteristiche virtuose". Lo ha detto il sottosegretario con delega all'Informazione e all'Editoria, Alberto Barachini, al convegno Deepfake tra realtà e illusione, organizzato da Ipsos e Studio Previti nella sede di Esperienza Europa - David Sassoli a Roma.
Secondo l'indagine ben il 74% delle persone a livello mondiale, e il 71% in Italia, è a conoscenza delle capacità dell'Intelligenza Artificiale di generare immagini e narrazioni estremamente realistiche. Paesi come Indonesia (89%), Perù (82%) e Cile (81%) sono tra i più consapevoli. Per quanto riguarda la preoccupazione per la disinformazione e fake news, il 51% degli intervistati ritiene che l'IA aumenti il rischio di diffusione di notizie false. In Italia, questa percentuale scende leggermente al 46%. In Italia, infine,solo il 30% della popolazione conosce precisamente il termine deepfake.
Barachini, nel corso dell'evento si è augurato che il ddl in materia di IA, ora all'esame delle Commissioni del Senato, possa andare al voto a Palazzo Madama entro l'anno. "Penso che sia un intervento assolutamente virtuoso - ha detto - perché pone diversi temi, come la difesa del diritto d'autore e la tracciabilità dei contenuti prodotti dall'IA. Ma proprio sul tema del deepfake abbiamo fatto un passo avanti con una nuova autonoma fattispecie di reato. È un passaggio fondamentale: commettiamo un errore se parliamo di contenuti di deepfake come ludici o gioiosi. I neuroscienziati dicono che la percezione dei cittadini si abitua al contenuto che guarda, anche se sa che è distorto, rimane un retropensiero negativo".
Con un deepfake negativo - ha proseguito - "si abbassa la reputazione di una persona senza che lei abbia fatto nulla". "Bisogna far comprendere ai cittadini - ha detto ancora Barachini - che la difesa della propria identità digitale è fondamentale. La mancata percezione che questo non è un gioco è il primo problema".
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