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E-Color, per riscoprire i coloranti naturali per nuove filiere

Uno studio di Agrindustria di Cuneo, finanziato dall’Europa

Redazione Ansa

Coloranti naturali estratti dalle piante del territorio, per essere utilizzati in vari settori, riscoprendo così, nel nome dell'economia circolare, lavorazioni e tradizioni secolari e riuscendo a creare una nuova filiera sostenibile.

È lo scopo del progetto E-Color, uno studio di fattibilità sviluppato grazie al contributo di 99.504 euro, del bando Pass della Regione Piemonte, con Fondi europei di sviluppo regionale, a sostegno dell’innovazione. E-Color ha avuto come capofila Agrindustria Tecco di Cuneo e come partner l’azienda Augusto Bellinvia, il Politecnico e l'Università di Torino.

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E-Color, per riscoprire i coloranti naturali per nuove filiere

 

Tre gli obiettivi dello studio: l'individuazione delle colture tintorie più idonee per la sperimentazione, la definizione delle possibili applicazioni dei coloranti naturali e quelle dei sottoprodotti. Sono state analizzate così quaranta diverse piante tintorie presenti sul territorio, arrivando a individuare guado e robbia come le maggiormente idonee. Successivamente lo studio ha definito la lavorazione dei prodotti delle colture selezionate e sperimentato il processo di estrazione dei coloranti naturali. Questa fase è stata particolarmente approfondita per il guado, grazie alla collaborazione con i coltivatori locali, che ha permesso di testare piante 'fresche' a diverso stadio di crescita, oltre a quelle lavorate, essiccate e liofilizzate. Tra i vari processi di estrazione studiati quella idroalcolica è risultata la più idonea per ottimizzarne la resa. Non è mancata infine un'analisi delle filiere di guado e robbia del territorio piemontese e cuneese per individuare le opportunità e sinergie già presenti, definendo le possibili applicazioni in una serie settori agro-industriali.

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"Agrindustria nasce nel 1985, con lo scopo di valorizzare i prodotti secondari del territorio - racconta il titolare, Giuseppe Tecco - in particolare con scarti vegetali, gusci di nocciola, bucce di uva, mais". Un'azienda di nicchia, che però nel 2010 decide di aprirsi al mondo esterno, iscrivendosi ai poli di innovazione istituiti dalla Regione Piemonte. "Ci siamo anche convenzionati con l'università, proprio per favorire l'interscambio tra ricerca e produzione - spiega Tecco -. Abbiamo avuto l'occasione di partecipare ad alcuni progetti di ricerca finanziati dalla Regione Piemonte con dei bandi specifici e dei fondi europei. Il progetto che ci è piaciuto molto è stato E-Color".

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"Lo studio di fattibilità è durato un anno: esaminando diverse piante ci siamo soffermati sul guado e la robbia - racconta -. Abbiamo lavorato soprattutto sulla prima, perché nel nostro

territorio è stata coltivata per 400-500 anni, poi la chimica ha soppiantato la natura. Con questo progetto abbiamo voluto riportare in auge la pratica dei coloranti derivati da elementi naturali e di sicuro più sostenibili".

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I risultati ottenuti dallo studio hanno confermato l'interesse verso la filiera e hanno mostrato i limiti e le potenzialità di cui tenere conto per orientare gli sviluppi di ricerca industriale. "Siamo soddisfatti dello studio di fattibilità e speriamo in un progetto di ricerca più completo per il futuro" conclude Tecco.

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