BRUXELLES - In caso di divorzio, anche i nonni conservano il "diritto di visita" dei figli della coppia. E' quanto ha stabilito la Corte di giustizia europea con una sentenza nella quale prende in esame il caso di una cittadina bulgara, Neli Valcheva, nonna materna di un sedicenne. In seguito al divorzio dei genitori, il ragazzo è andato a vivere col padre, cittadino greco, in Grecia. Deteriorati i rapporti tra la donna e l'ex genero, lei si era rivolta in prima battuta alle autorità greche per ottenere il diritto di visita, senza risultato, e poi alla giustizia bulgara. Chiedeva di poter vedere regolarmente il nipote un fine settimana al mese e di poterlo ospitare a casa propria due volte all'anno per un periodo di due o tre settimane.
I giudici di primo grado e di appello hanno respinto il ricorso per difetto di competenza, ma la Cassazione bulgara ha rimesso la questione alla Corte Ue. Nella sua sentenza, la Corte ha stabilito che il regolamento Bruxelles II bis sulle "decisioni in materia matrimoniale e genitoriale: competenza, riconoscimento ed esecuzione" non limita il numero di possibili titolari della responsabilità genitoriale o del diritto di visita. Così, secondo la Corte, la nozione di "diritto di visita" comprende non soltanto il diritto dei genitori nei confronti del loro figlio minore, ma anche quello di altre persone con le quali è importante che il minore intrattenga relazioni personali, in particolare i nonni.
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