BRUXELLES - Secondo l'Avvocato generale della Corte di Giustizia della Ue, un medico di un ospedale cattolico non può essere licenziato perché divorziato. L'avvocato generale Melchior Wathelet si è espresso sulla causa di un medico tedesco di religione cattolica, ex primario del reparto di medicina interna di un ospedale cattolico a Dusseldorf, in Germania. Dopo aver divorziato ed essersi risposato civilmente, il medico è stato licenziato dalla struttura su cui vigila l'arcivescovo di Colonia. Ha quindi fatto ricorso alla giustizia tedesca, la quale ha chiesto un parere alla Corte Ue.
L'avvocato generale ricorda che, secondo la direttiva Ue sulla parità di trattamento, "una disparità basata sulla religione o convinzioni personali non costituisce discriminazione quando, per la natura delle attività o per il contesto in cui sono esercitate, esse costituiscono un requisito per lo svolgimento dell'attività lavorativa essenziale, legittimo e giustificato alla luce dell'etica dell'organizzazione". Ma nel caso del medico di Dusseldorf, questo non si applica, perché in discussione è "la natura sacra e indissolubile dei legami matrimoniali", una convinzione che "non costituisce un requisito per lo svolgimento dell'attività lavorativa, tanto meno un requisito per lo svolgimento dell'attività lavorativa essenziale e giustificato". le conclusioni dell'avvocato generale sono generalmente riprese nelle sentenze della Corte.
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