BRUXELLES - L'Italia rischia di dover restituire all'Ue quasi 550 milioni di euro elargiti come aiuti agli agricoltori durante gli anni 2015 e 2016. A tanto ammonta la cifra che la Commissione Ue ha contestato al governo italiano attraverso tre lettere - visionate dall'ANSA - inviate a Roma dal 27 marzo a oggi. L'esecutivo comunitario attribuisce all'Italia inadempienze in diversi settori, dall'esecuzione dei controlli alla definizione dei criteri che identificano gli 'agricoltori attivi' beneficiari dei fondi Ue. Prima che si arrivi a una decisione, l'importo contestato potrà variare anche di molto.
Fin dal 2016, i procedimenti in corso sono oggetto d'incontri e scambi epistolari fra i servizi della Commissione Ue e quelli del governo italiano. La cifra più significativa fra quelle contestate, indicata in una lettera datata 27 marzo, è di 360 milioni di euro e riguarda, secondo Bruxelles, l'attuazione "non conforme" da parte dell'Italia del regime di aiuti diretti nell'ambito del Fondo europeo agricolo di garanzia (Feaga) per il 2015 e il 2016. Un secondo procedimento, menzionato in una lettera del 25 maggio, mette in dubbio l'assegnazione di circa 93 milioni di euro e sarà al centro di una riunione bilaterale già in programma per il 13 novembre. Fra le osservazioni avanzate dall'esecutivo, c'è anche l'invito all'Agea a "coprire quanto prima il posto di responsabile del controlli interno, che è vacante dall'aprile 2015". Altri 94 milioni di aiuti sono contestati dall'Ue in una lettera datata 11 giugno, principalmente a causa del criterio utilizzato dall'Italia per identificare gli 'agricoltori' attivi beneficiari dei fondi Ue. Tutti e tre i procedimenti sono ancora in corso e l'Italia potrebbe chiedere anche di ricorrere a una conciliazione concordata con la Commissione Ue.
Leggi l'articolo completo su ANSA.it