BRUXELLES - C'è ancora strada da fare per arrivare a cambiare il piano operativo di Sophia, come vorrebbe l'Italia entro fine agosto, per evitare così che tutti i migranti salvati dalle navi che partecipano alla missione vengano sbarcati in Italia. Lo spiegano fonti europee all'ANSA. La discussione andrà avanti al Comitato politico e di sicurezza (Cops), oggi pomeriggio, ma sarà soprattutto un'occasione per fare il punto, dopo gli incontri dei gruppi di lavoro nei giorni scorsi, e per fissare i passi successivi da compiere in vista del Cops, fissato per il 28 agosto.
Secondo le fonti il dossier è molto sensibile, e anche se i Paesi partner riconoscono il valore della missione e dimostrano volontà di discutere della questione sollevata dall'Italia, non sono contenti di dover rivedere il piano operativo prima della sua scadenza naturale, a fine dicembre. Improbabile perciò che si riesca a trovare una soluzione prima delle riunioni informali dei ministri della Difesa e degli Esteri, che si terranno a Vienna il 29, 30 e 31 agosto.
"Gli Stati hanno indicato di essere pronti a discutere della questione sollevata dall'Italia nel contesto di una revisione accelerata" della missione, e il Servizio europeo per l'azione esterna "è pronto a facilitare soluzioni sulla base degli input da parte degli Stati membri, e nel quadro delle conclusioni del Consiglio Ue". Così una portavoce a chi chiede se il Servizio europeo per l'azione esterna abbia preparato una proposta per la riunione del Comitato politico e di sicurezza (Cops) di oggi, come richiesto da Roma, sulla questione del piano operativo della missione europea Sophia, che attualmente prevede lo sbarco in Italia, di tutti i migranti salvati dalle navi che vi partecipano, e che Roma ha chiesto di cambiare entro fine agosto.
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