BRUXELLES - Nell'ambito della strategia Ue sulla plastica, la Commissione europea "deve farsi carico di campagne di informazione sulle alternative alle plastiche monouso" e "tutelare le piccole e micro imprese che non possono sostenere i costi immediati dell'applicazione del regime di responsabilità estesa ai produttori". Sono alcune delle proposte di modifica alla direttiva Ue sugli articoli monouso in plastica presentate oggi da Michela Giuffrida, relatrice per il gruppo S&D del parere della Commissione agricoltura dell'Europarlamento. "Bisogna lavorare per aumentare la consapevolezza che ci sono alternative a prodotti come bastoncini, posate, piatti e cannucce", ha detto l'europarlamentare siciliana. Giuffrida propone inoltre di usare la direttiva per realizzare "uno studio che porti a uno standard europeo per definire la biodegradabilità delle plastiche" e a un monitoraggio sulla "concreta possibilità di trovare alternative immediate" agli articoli monouso. Inoltre, bisognerebbe valutare "l'impatto sui prezzi se parliamo di prodotti derivanti da coltivazione in agricoltura".
"Tutti i prodotti di plastica monouso che secondo l'indagine di Legambiente 2018 rappresentano l'80% del totale dei rifiuti altamente inquinanti per il mare, hanno però anche ricadute negative per il settore agricolo", ha osservato l'europarlamentare. "Il nostro apporto consente di fare riferimento alle medesime problematiche di inquinamento del mare citate dalla Direttiva della Commissione europea per la riduzione dell'incidenza di determinati prodotti di plastica sull'ambiente ma che affliggono il suolo, le acque reflue urbane, la raccolta dei rifiuti e delle plastiche di scarto dell'agricoltura". "Interveniamo quindi - continua Giuffrida - sui tempi di attuazione e la concreta possibilità di trovare alternative immediate, sui tempi di sostituzione, sull'impatto sui prezzi se parliamo di prodotti derivanti da coltivazione in agricoltura.
E' una proposta fortemente significativa dell'Europa che vogliamo costruire e rappresentativa dei valori che vogliamo condividere. In questo senso, i processi legati alla plastica hanno sempre più una dimensione transfrontaliera ed è per questo che l'iniziativa è tanto più opportuna". "Considero fondamentale - conclude Giuffrida - che a dare il primo esempio nel limitare l'uso di posate e piatti di plastica siano proprio gli enti pubblici, come le mense delle scuole, sensibilizzando realmente i consumatori".
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