BRUXELLES - Ha preso il via stamani, con la prima udienza alla Corte di giustizia europea, il processo che dovrà chiarire se sia possibile arrestare il corso della Brexit in modo unilaterale. La richiesta è stata introdotta dalla Corte suprema scozzese, dopo il ricorso di un gruppo di politici e attivisti 'Remain', tra cui i parlamentari Verdi Andy Wightman e Ross Greer, e gli europarlamentari laburisti David Martin e Catherine Stihler (S&d) oltre all'eurodeputato scozzese Alyn Smith (Verdi), secondo i quali la Brexit non è inevitabile, e c'è ancora la possibilità di cambiare rotta.
In particolare, la Corte scozzese ha chiesto a quella dell'Ue se il diritto europeo permetta al Regno Unito di revocare in modo unilaterale la propria notifica di divorzio, prima della fine del termine di due anni, previsti nello stesso articolo 50 (quello sulla Brexit). Su richiesta del tribunale scozzese, il Presidente della Corte ha disposto la procedura accelerata vista l'urgenza della domanda e l'importanza che riveste la corretta interpretazione e applicazione dell'art.50.
All'udienza il Regno Unito ha sostenuto la non ammissibilità della questione, sostenendo che non sussiste una vera disputa, ma che si tratta piuttosto di una questione ipotetica. Gli avvocati degli attivisti anti-Brexit hanno difeso la validità del quesito, sottolineando anche la forte opposizione in seno al Parlamento britannico, dove l'accordo, che sarà votato l'11 dicembre, rischia di deragliare. Consiglio e Commissione dell'Ue hanno espresso il loro interesse per l'interpretazione dell'articolo 50. Si attende ora il parere dell'avvocato generale della Corte di giustizia dell'Ue (non vincolante), che vista la procedura accelerata, dovrebbe arrivare entro poche settimane, e a cui farà poi seguito la sentenza.
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