BRUXELLES - Controlli temporanei limitati inizialmente a due mesi invece di sei mesi, un periodo massimo limitato a un anno invece di due anni e maggiori garanzie in caso di estensione dei controlli. Il Parlamento europeo ha fissato nuove norme su Schengen per i controlli temporanei alle frontiere nazionali. Il mandato per avviare colloqui informali con i ministri dell'Ue è stato approvato dalla miniplenaria del Parlamento europeo con 319 voti in favore, 241 voti contrari e 78 astensioni. I colloqui ora possono iniziare, poiché il Consiglio ha già raggiunto un accordo sulla sua posizione lo scorso giugno.
Nella votazione odierna, gli eurodeputati hanno stabilito che i Paesi dell'area Schengen dovranno fornire una valutazione dettagliata dei rischi se i controlli temporanei alle frontiere interne verranno prolungati oltre i due mesi iniziali. Inoltre, qualsiasi successiva estensione dei controlli oltre il limite dei sei mesi dovrà soddisfare i seguenti requisiti: una dichiarazione di conformità ai requisiti giuridici della Commissione europea, ma anche un'autorizzazione del Consiglio dei ministri dell'Ue
Austria, Germania, Danimarca, Svezia e Norvegia hanno ripristinato i controlli temporanei alle rispettive frontiere per le circostanze eccezionali della crisi migratoria iniziata nel 2015. Inoltre, la Francia dispone di controlli alle frontiere interne a causa di una minaccia terroristica persistente.
"Schengen è una delle maggiori conquiste dell'Ue, che, tuttavia, è stata messa in pericolo dai controlli illegali in corso da oltre tre anni alle frontiere interne, da parte di sei Stati membri, nonostante fosse previsto un periodo massimo di due anni", ha detto la relatrice Tanja Fajon (S&D). "Ciò dimostra quanto siano ambigue le norme attuali e come gli Stati ne abusino e le interpretino in modo scorretto. Se vogliamo salvare Schengen, dobbiamo porre fine a questa situazione e stabilire regole chiare", ha concluso.
Leggi l'articolo completo su ANSA.it