BRUXELLES - "Grazie agli sforzi di tutti i cittadini Ue l'Eurozona è uscita dalla crisi", con risultati "tangibili" come i 22 trimestri consecutivi di crescita e la disoccupazione al minimo da ottobre 2008. Ma negli ultimi mesi arrivano "informazioni più deboli dell'atteso", e "la persistenza delle incertezze, in particolare collegate a fattori geopolitici e alla minaccia di protezionismo pesa sul sentimento economico". Lo ha detto il presidente della Bce Mario Draghi al Parlamento Ue.
"Uno stimolo monetario significativo resta essenziale per sostenere l'ulteriore costruzione della pressione domestica sui prezzi e gli sviluppi dell'inflazione nel medio termine", ma in ogni caso il Governing Council "resta pronto ad adattare tutti i suoi strumenti come appropriato, per assicurare che l'inflazione continui a muoversi" verso l'obiettivo "in modo sostenuto", ha sottolineato Draghi. "I rischi alle prospettive economiche si sono mossi verso il ribasso" ma la Bce può usare di nuovo "altri strumenti nella cassetta" degli attrezzi se le cose andassero "molto male".
"Per realizzare in pieno i benefici dell'euro, ci servono gli stessi componenti che hanno fatto l'euro una realtà nel 1999", ovvero riforme strutturali da parte degli Stati membri e aiuto dell'Europa a fare tali riforme, ha detto il presidente della Bce. "Da una parte servono riforme nazionali per promuovere una convergenza economica sostenibile. Sotto tutti i sistemi monetari un potenziale di crescita più alto si può ottenere solo con un continuo sforzo di riforma", che è principalmente nelle mani degli Stati membri, ha detto Draghi. Dall'altro lato, però, "l'Europa può fare la differenza sostenendo e facilitando questi sforzi di riforma. Il nostro stare insieme rappresenta un vantaggio competitivo unico, e dobbiamo capitalizzare su questo".
"Un Paese perde sovranità quando il debito è troppo alto", perché a quel punto "sono i mercati che decidono", e ogni decisione di policy "deve essere scrutinata dai mercati, cioè da persone che non votano e che sono fuori dal processo di controllo democratico", ha spiegato Draghi. "Il debito viene prodotto da decisioni politiche dei Governi", e "la sovranità viene persa a causa di politiche sbagliate".
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