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Brexit: Tusk, inferno per chi l'ha promossa senza piano

Downing Street, pensi prima di parlare. Juncker, non si rinegozia

Brexit: Tusk, inferno per chi l'ha promossa senza piano

Redazione Ansa

BRUXELLES - "Mi chiedo a cosa assomigli quel posto all'inferno per coloro che hanno promosso la Brexit senza nemmeno avere la bozza di un piano di come portarlo a termine in sicurezza". Così il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk nella sua conferenza stampa congiunta col premier irlandese Leo Varadkar.

 

"La posizione dei 27 è chiara ed è espressa nei documenti concordati col governo britannico. I 27 non fanno alcuna nuova offerta. L'intesa non è aperta per un nuovo negoziato. Spero che domani da May ascolteremo una proposta realistica su come mettere fine all'impasse" che si è creato a Westminster, ha sottolineato Tusk. "Per noi la priorità assoluta è la questione delle frontiere sull'isola di Irlanda, e mantenere il processo di pace secondo l'Accordo del venerdì santo. Non c'è posto per congetture, l'Ue è un progetto di pace e non faremo scommesse sulla pace o metteremo un sigillo con la data sulla riconciliazione. Per questo insistiamo sul backstop", ha detto il presidente del Consiglio europe. "Dateci una garanzia credibile per la pace nell'Irlanda del Nord e il Regno Unito lascerà l'Ue come un amico fidato - ha aggiunto -. Spero che il governo del Regno Unito presenti idee che rispettino questo punto di vista e, allo stesso tempo", trovino una maggioranza stabile e chiara alla Camera dei Comuni. "Credo fermamente che sia possibile una soluzione comune e farò tutto quanto è in mio potere per trovarla".

 

"Un senso di responsabilità ci dice anche di prepararci per un possibile fiasco" sulla Brexit, "col premier irlandese ho parlato delle azioni necessarie in caso di mancato accordo", ha proseguito Tusk nella sua dichiarazione finale col premier irlandese Leo Varadkar. "Ci sono ancora 50 giorni prima dell'uscita del Regno Unito dall'Ue. So che ancora un gran numero di persone nel Regno Unito, e nel continente, così come in Irlanda, desiderano un'inversione di questa decisione. Sono sempre stato con loro, con tutto il cuore. Ma i fatti sono inconfutabili. Al momento, la posizione pro-Brexit del premier britannico e del leader dell'opposizione esclude questa opzione. Non esiste una forza politica e non esiste una leadership efficace per il 'remain'. Non sono contento, ma con i fatti non si discute. Oggi il nostro compito più importante è prevenire uno scenario senza accordo", ha detto Tusk.

 

"Anche se ci aspettiamo che il backstop non sia mai utilizzato, anche oggi abbiamo concordato che sia necessario come garanzia legale. Penso che gli avvenimenti a Londra e l'instabilità della politica britannica delle ultime settimane dimostrino esattamente perché abbiamo bisogno di una garanzia legale". Così il premier irlandese Leo Varadkar in una dichiarazione congiunta col presidente del Consiglio europeo Donald Tusk. "Alla luce della grande incertezza a Londra e l'avvicinarsi veloce della scadenza, le nostre preparazioni per uno scenario senza accordo devono proseguire ed intensificarsi - ha aggiunto -. Discuterò di questo più nel dettaglio con la Commissione" più tardi in giornata.

 

"Ti daranno un bel problema nella stampa britannica...". Sono le parole che il premier irlandese Leo Varadkar ha rivolto al presidente del Consiglio europeo Donald Tusk al termine della dichiarazione congiunta e catturate dal microfono della sala stampa ancora acceso. "Sì, lo so", ha risposto Tusk ridendo. Poco prima Tusk aveva affermato: "Mi chiedo a cosa assomigli quel posto all'inferno per coloro che hanno promosso la Brexit senza nemmeno avere la bozza di un piano di come portarla a termine in sicurezza".

 

Non vi è "nessun interesse" da parte dell'Ue a che vi sia un confine duro fra Irlanda e Irlanda del nord, quindi "bisogna essere creativi nel trovare una soluzione". Lo ha detto il portavoce di Angela Merkel, Steffen Seibert, rispondendo a una domanda sulla Brexit, nel corso della consueta conferenza stampa di governo, a Berlino. Seibert ha sollecitato la Gran Bretagna a fare la sua parte. Il portavoce di Merkel ha anche ribadito che il backstop vale solo come assicurazione, nel caso in cui una soluzione non si trovi. E ha paragonato il meccanismo a un'assicurazione anti-incendio, prendendo in prestito un'immagina usata da qualcuno. "Se sottoscrivi un'assicurazione del genere, non vuoi certo che la casa bruci", ha spiegato.

 

"Non accettiamo l'idea che l'accordo di divorzio" sulla Brexit "possa essere riaperto" e che si torni a negoziare sul 'backstop'. La premier Theresa May che verrà domani sa che "la Commissione Ue non è pronta a riaprire la questione", e questa è la posizione di tutti i 27. Così il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker nella sua conferenza stampa congiunta col premier irlandese Leo Varadkar.

 

"Sta a Donald Tusk valutare se usare questo tipo di linguaggio sia d'aiuto". Così un portavoce di Downing Street ha risposto gelido alla richiesta di commenti sui riferimento ai brexiteers che meriterebbero "l'inferno". Il referendum sulla Brexit "è stato il più vasto esercizio di democrazia nella storia di questo Paese", ha tagliato corto il portavoce: "Il popolo ha votato per lasciare l'Ue", l'obiettivo è ora "uscire in modo ordinato, con un accordo, nel miglior interesse sia del Regno Unito sia dell'Unione Europea".

 

"Un insulto assolutamente oltraggioso": così il deputato Peter Bone, veterano del Partito conservatore a Westminster e storico sostenitore della Brexit, ha denunciato oggi alla Camera dei Comuni le parole del presidente del Consiglio Europeo, Donald Tusk, secondo cui ci sarebbe "un posto speciale all'infermo" per coloro che hanno voluto il divorzio dall'Ue "senza avere un piano". "Non ricordo un presidente che abbia insultato così i membri di questa Camera, i membri del governo e il popolo britannico", ha tuonato Bone, ricordando come la maggioranza degli elettori del Regno abbia votato per la Brexit nel referendum del 2016. In difesa di Tusk si è schierata invece Joanna Cherry, deputata indipendentista dell'Snp e paladina della secessione della Scozia dal Regno Unito, attribuendo a Tusk la volontà di mandare all'inferno non tutti i sostenitori della Brexit, ma coloro che "l'hanno promossa senza avere neppure un piano". "La verità fa male, no?", ha chiuso sarcastica Cherry.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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