LONDRA - Si apre qualche speranza, forse, per un via libera all'accordo sulla Brexit che Theresa May si è impegnata a sottoporre di nuovo al voto del Parlamento britannico fra meno di 10 giorni, entro il 12 marzo. A tenderle la mano, sia pure in forma condizionata, sono i falchi ribelli della sua maggioranza, il cui ricompattamento offrirebbe una chance, anche se non la certezza, di successo alla premier. Tutto nasce da una lettera inviata alla May e anticipata dal Sunday Times nella quale otto deputati - in rappresentanza dei Tory euroscettici più oltranzisti, quelli dello European Research Group guidato da Jacob Rees-Mogg, e degli alleati della destra unionista nordirlandese del Dup - fissano le loro "tre condizioni" per dire sì questa volta alla ratifica. E di fatto mostrano di potersi 'accontentare' di un testo aggiuntivo di Bruxelles a garanzia d'una durata non illimitata del backstop (la contestata clausola di salvaguardia sul confine aperto irlandese) il cui valore legale sia assicurato dall'attorney generale Geoffrey Cox.
Condizioni che il ministro brexiteer Liam Fox accoglie positivamente, come "uno sforzo genuino di cercare un terreno comune". Non senza criticare al contrario come "completamente inaccettabile" ogni ipotesi di rinvio che fosse mirata "al tentativo di sabotare" la Brexit: epilogo destinato a suo dire a scatenare "un contraccolpo fra gli elettori".
Intanto il capo negoziatore della Ue per la Brexit Michel Barnier incontrerà domani, martedì, a Bruxelles il ministro per la Brexit Stephen Barclay e il procuratore generale Geoffrey Cox per ulteriori colloqui. Lo annuncia il portavoce della Commissione europea Margaritis Schinas.
Leggi l'articolo completo su ANSA.it