STRASBURGO - La deadline del 30 aprile per i Pnrr aggiornati i con il nuovo capitolo RePowerEu è dilazionabile e molti governi "hanno bisogno di più tempo". Ma "gli Stati membri devono presentare le modifiche il prima possibile". A pochi giorni dalla scadenza vivamente suggerita da Bruxelles per la presentazione dei nuovi piani di ripresa e resilienza, la Commissione ha ammesso che la data consigliata, da diversi Paesi, non sarà rispettata. Ma, anche per questo, dal vicepresidente esecutivo Valdis Dombrovskis è arrivato un nuovo monito: sul fronte del Recovery "la priorità ora è accelerare".
L'occasione per aggiornare lo status quo dell'attuazione dei Pnrr è arrivata a Strasburgo, dove Dombrovskis e Paolo Gentiloni sono stati sentiti dalla commissione Econ dell'Eurocamera. E dal commissario italiano è arrivata una netta apertura per il via libera alla terza tranche di pagamenti per l'Italia.
"La valutazione riguarda le concessioni portuali e due piani di rigenerazione urbana, procede in modo molto costruttivo e sono piuttosto ottimista sul fatto che queste valutazioni possano concludersi positivamente", ha sottolineato Gentiloni. Parole che fanno da sponda alle aspettative di Palazzo Chigi. Ambienti del governo, poche ore prima l'intervento del commissario europeo, spiegavano infatti di attendere a breve la risposta di
Bruxelles sui due piani su cui era stato chiesto un esame supplementare: la riqualificazione dello Stadio Franchi di Firenze e il Bosco dello Sport di Venezia.
Allo stesso tempo Giorgia Meloni e il ministro per gli Affari Ue, la Coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto, dall'audizione di Strasburgo hanno avuto due indizi: l'Italia, come annunciato dalla premier, potrà legittimamente non presentare il nuovo Pnrr entro il 30 aprile ma, allo stesso tempo, i fari dell'Ue per i ritardatari restano più che mai accesi. Anche perché, ha ricordato Gentiloni, "è chiaro che per l'Italia l'assorbimento della somma totale dei fondi del Recovery resta una sfida che dovrà essere affrontata". "Il governo è al lavoro per una proposta di revisione seria del Pnrr, dovuta a nuovi obiettivi e priorità, nel rispetto dei modi e dei tempi previsti dai regolamenti europei", è stata la rassicurazione arrivata da Fitto poche ore prima.
Il confronto proseguirà e si intensificherà nei prossimi mesi, dunque. E l'idea del governo di traslitterare alcuni progetti dal Pnrr alla programmazione di Coesione resta valida anche per Bruxelles. "È chiaro che il 2026 è la deadline rigorosa per l'attuazione" del Pnrr. "Gli Stati membri possono
utilizzare fondi nazionali o altri fondi europei per integrare gli investimenti che vanno oltre la durata del Recovery", ha spiegato Gentiloni.
Finora, hanno aggiunto i due commissari, sono stati dieci i Paesi ad aver chiesto ulteriori prestiti (per la prima volta o per la seconda, come previsto dal regolamento Ue) per i loro piani, per un totale di 148 miliardi. Una cifra finora inferiore ai 225 disponibili e che, in teoria, potrebbe lasciare spazio anche all'Italia per chiedere ulteriori prestiti. "L'Italia ha manifestato un suo interesse e siamo abbastanza certi che ci sono dei fondi che rimarranno", ha spiegato Dombrovskis.
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