BRUXELLES - In uno scenario internazionale mai così teso un accordo alla 28sima Conferenza sul clima delle Nazioni Unite è "difficile ma paradossalmente sempre più necessario", perché "non abbiamo tempo da perdere". Lo ha dichiarato a poco più di una settimana dall'inizio della Cop di Dubai il commissario Ue al Clima, Wopke Hoekstra, in un'intervista all'European Newsroom, pool di agenzie di cui fa parte l'ANSA.
Da parte sua, aggiunge, l'Europa "non ha altra alternativa che continuare con la strada ambiziosa che sta percorrendo sulla decarbonizzazione, ma dobbiamo assicurarci che i cittadini possano vedere come il processo "porterà risultati per loro".
La necessità di avere "un sostegno molto ampio da parte della popolazione" europea, torna a più riprese nelle risposte del commissario olandese. Il successo di Dubai vorrebbe dire anche convincere gli altri a seguire l'Ue: messaggio sempre più importante da veicolare all'interno dell'Unione. "L'Europa - prosegue - è oggi responsabile solo del 7% delle emissioni globali, il 93% delle emissioni avviene al di fuori dell'Europa e se non risolviamo questo squilibrio, il cambiamento climatico continuerà a essere presente anche da noi".
L'Ue chiederà esplicitamente l'impegno degli altri Paesi a ridurre le emissioni, triplicare l'energia prodotta da rinnovabili e raddoppiare l'efficienza energetica. Una delle parti più complicate dei negoziati di Dubai riguarderà il fondo "perdite e danni" da cambiamento climatico.
La posizione Ue è che "chi può, chi ha la capacità di pagare, dovrebbe pagare", includendo Paesi come la Cina, con aiuti "davvero indirizzati ai più bisognosi", come gli Stati africani e quelli insulari. Hoekstra ha già anticipato che l'Unione è pronta a fornire un "contributo finanziario sostanziale". Ma le cifre saranno rivelate alla Cop. E, fa intendere Hoekstra, dipenderanno in larga parte dal resto dell'accordo, in particolare per quanto riguarda mitigazione e adattamento. La Cop "non è un ristorante à la carte dove si può scegliere una cosa senza tenere conto degli altri elementi", commenta l'olandese.
Alcuni Paesi, come la Francia, vorrebbero un riconoscimento esplicito del nucleare come fonte di energia a basse emissioni. "In Europa è sempre un argomento delicato, il trattato dice chiaramente che i Paesi possono decidere da soli, e la maggior parte degli scienziati ci dice che non possiamo permetterci di escludere il nucleare dalle soluzioni", aggiunge il commissario. Tornando all'Ue, "sono il primo a riconoscere che bisogna fare una separazione tra la traiettoria" di riduzione delle emissioni "nel suo complesso, e alcuni settori" in cui la CO2 è "semplicemente più difficile da abbattere e in cui potrebbe essere necessario un po' più di tempo". Ma sul settore trasporti Hoekstra ribadisce la posizione della Commissione europea, al di là delle pressioni tedesche e italiane per mantenere il motore a combustione anche oltre il 2035.
"Gli efuels sono qualcosa su cui dovremmo concentrare tutte le nostre energie nell'aviazione e nel settore marittimo, perché questi settori sono molto più difficili da abbattere rispetto alle automobili", dice. La Commissione, però, "si è impegnata a proporre un atto legislativo sugli efuels e lo farà".
Leggi l'articolo completo su ANSA.it