BRUXELLES - La Corte di Giustizia Ue ha bocciato la decisione due anni fa della Commissione europea di bloccare l'acquisto di Grail da 8 miliardi di dollari da parte del colosso biotech Illumina. Per l'esecutivo comunitario l'operazione avrebbe danneggiato l'innovazione. Secondo il ricorso accolto dalla Corte, Bruxelles non aveva giurisdizione per esaminare la fusione.
"La Corte di giustizia annulla la sentenza del Tribunale e annulla le decisioni con cui la Commissione ha accettato le richieste delle autorità nazionali per la concorrenza che chiedevano l'esame della concentrazione proposta", ha affermato la Corte di giustizia dell'Ue. Nel 2022, il Tribunale si era pronunciato a favore della Commissione. Illumina aveva fondato Grail per scorporarla nel 2016 per decidere di riacquistare nel 2021 la società che sviluppa test diagnostici precoci sul cancro basati su esami del sangue. Secondo la Corte a Lussemburgo la Commissione non è autorizzata a incoraggiare o accettare il rinvio ad essa di progetti di concentrazione non aventi dimensione europea da parte delle autorità nazionali garanti della concorrenza, se queste stesse non sono competenti a esaminare le aggregazioni ai sensi della legislazione nazionale. La Corte sottolinea che la Commissione non doveva occuparsi della fusione Illumina-Grail perché non ha ha dimensione europea, visto che Grail non realizza alcun fatturato né nell'Ue, né altrove, e poi perché non è stata notificata all'esecutivo comunitario. Nella complessa contrapposizione tra Bruxelles e Illumina si era anche arrivati a una maxi multa Ue al colosso biotech Usa, 432 milioni di euro, perché aveva concluso la transazione senza avere la benedizione dell'Antitrust europeo e ora potrebbe aver gioco facile un ricorso di Illumina, che nel frattempo ha ceduto la quota in Grail.
"Esamineremo attentamente la sentenza e le sue implicazioni". Ma "continuerà a esserci la necessità di rivedere le fusioni che hanno un impatto competitivo in Europa". Lo afferma la vicepresidente della Commissione Ue Margrethe Vestager, responsabile per la Concorrenza, in una dichiarazione dopo la sentenza della Corte. Oggi poter rinviare alla Commissione un'aggregazione ha possibilità, segnala, "già più ampie di quanto non fossero al momento del rinvio Illumina-Grail. Più in generale, prenderemo in considerazione i prossimi passi per garantire che la Commissione sia in grado di esaminare quei pochi casi in cui un accordo avrebbe un impatto in Europa ma non soddisfa altrimenti le soglie di notifica dell'Ue". "Un'azienda con un fatturato limitato può comunque svolgere un ruolo competitivo significativo sul mercato, come start-up con un potenziale significativo o come importante innovatore - sottolinea anche Vestager -. Le acquisizioni killer cercano di neutralizzare le piccole ma promettenti aziende come possibile fonte di concorrenza. Le dimensioni di queste aziende sono spesso eclissate dalle grandi aziende che cercano di acquisirle e dovrebbero essere protette dal rischio di eliminazione".
Leggi l'articolo completo su ANSA.it