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Il Veneto all'Ue, 'regioni chiave per le infrastrutture tech'

Evento della Regione a Bruxelles, 'i territori sono una leva'

Il Veneto all'Ue, 'regioni chiave per le infrastrutture tech'

Redazione Ansa

BRUXELLES - Pubblica amministrazione e autorità regionali come leva chiave per l'attuazione delle infrastrutture digitali sui territori. Al tema è stato dedicato l'evento 'Infrastrutture digitali strategiche per il futuro' organizzato e promosso dallo sportello Agenda Digitale della regione Veneto a Bruxelles, aperto con i saluti di Carlo Clini, direttore dell'ufficio veneto della capitale belga. Il ruolo delle regioni è "fondamentale per sviluppare nuove infrastrutture sicure e affidabili: noi, come cittadini, vogliamo servizi digitali sempre migliori e più performanti, operativi 24 ore su 24 ma questo richiede infrastrutture che siano in grado di garantire questi servizi", ha evidenziato Luca De Pietro, direttore dell'agenda digitale del Veneto. Ricordando che la Regione, attraverso il progetto 'Polo strategico regionale', punta a offrire a tutti gli enti del proprio ambito, dalla sanità alla pubblica amministrazione, "uno spazio di infrastruttura sicura e affidabile". In Italia, come in Veneto, la realtà infrastrutturale è variegata. "Troviamo infrastrutture ben organizzate, resilienti e sicure" che si alternano "a situazioni piccole, poco sicure e poco resilienti", ha messo in chiaro Paolo Barichello, direttore dei sistemi informativi, tecnologie e servizi digitali della Regione. La priorità deve essere una "standardizzazione di queste infrastrutture con l'obiettivo di dare ai cittadini servizi uguali e uniformi". Come messo in luce dal rapporto di Mario Draghi sulla competitività pubblicato poche settimane fa, l'Europa "sconta un ritardo nei confronti dei partner internazionali come gli Stati Uniti sul fronte dell'intelligenza artificiale", ha sottolineato ancora Fabrizio Porrino, esperto di digitale per Service Now. Le cause sono da ricercarsi nella "carenza di capitale e nella eccessiva complessità di regolamentazione, non a un problema di tecnologia". Imperativo che l'Ue cambi rotta per focalizzarsi "meno sugli aspetti regolamentari e più su quelli abilitanti", come le risorse per finanziare le infrastrutture.

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