FIESOLE (FIRENZE) - Una sfida agli euroscettici e all'impasse che ha stretto nell'angolo un'Europa che ha fatto troppi errori dopo il "capolavoro politico" dell'allargamento. Saranno le elezioni europee, secondo Romano Prodi, a far ripartire l'Unione che, anche nella crisi ucraina, ha dimostrato troppa debolezza.
A Fiesole, nella prima delle tre giornate della Conferenza internazionale su 'The State of the Union', organizzata dall'Istituto Universitario europeo, l'ex presidente del Consiglio fa il punto su quel "grande progetto che negli ultimi anni ha faticato ad avanzare" e non crede che gli anti europeisti l'avranno vinta, anzi. Nell'Europarlamento ci saranno abbastanza euroscettici da far reagire gli europeisti. E già ora ci sono buone avvisaglie.
"E' la prima volta" che in una campagna elettorale "si parla di cose europee" e non di "cose nazionali" e le consultazioni del 25 maggio "obbligheranno finalmente a uscire da una stasi". E se gli italiani " sono delusi", è l'analisi di Prodi, la ragione sta nella "poca Europa". Di uscire dall'euro, ovviamente, neanche a parlarne. "Sarebbe un suicidio. Ci isolerebbe".
"Perchè - si chiede Prodi - la crisi partita dagli Usa ha picchiato molto di più in Europa?". Risposta fin troppo semplice. "Perchè non abbiamo preso le decisioni su cui l'Europa si era impegnata. Il nostro futuro dipende dal saper prendere queste decisioni: o l'Europa fa un salto o saremo ancora delusi". Ma la colpa non è dell'idea di Europa. E' di una politica "sciagurata" e degli "sbagli" che sono stati fatti negli ultimi anni. E' orgoglioso, invece, l'ex presidente della Commissione europea, dell'allargamento.
"Era una tragedia l'Europa divisa in due. Noi abbiamo chiuso una ferita che stava diventando drammatica. Pensate alla differenza oggi tra la Polonia e l'Ucraina. La Polonia è membro dell'Ue, pacificata e cresce, l'Ucraina invece è in questo dramma politico. E' stato l'unico caso della storia e dell'umanità in cui si è esportata democrazia, non come in Iraq con la guerra". "Se avessimo preso le decisioni che dovevamo prendere per l'Ucraina - è la convinzione di Prodi - ora non sarebbe un gioco tra gli Stati Uniti e la Russia".
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