STRASBURGO - "Le regole attuali già contengono la flessibilità" ma "pensare che la flessibilità è l'unico modo per far ripartire la crescita è limitato". Così il presidente della Bce Mario Draghi in audizione all'Europarlamento.
L'Unione economica e monetaria "resta incompleta", e c'è spazio per "una governance comune sulle riforme strutturali perché i loro risultati non sono solo nell'interesse dei singoli Paesi", ha sottolineato il presidente della Bce. Le riforme strutturali "sono nell'interesse dell'Europa intera", ha aggiunto, e per esempio "si potrebbe pensare di incorporare il processo di riforme strutturali necessarie in un quadro comune di convergenza verso politiche e istituzioni allineate alle pratiche d'eccellenza".
"Negli ultimi anni - ha continuato il numero uno dell'Eurotower davanti agli eurodeputati - molto è stato fatto per ritrovare stabilità, questo ha riportato fiducia nella zona euro, ma debito pubblico e privato elevati, bassa crescita e disoccupazione inaccettabilmente alta ci ricordano che la questione più pressante è riportare l'area euro su un cammino di prosperità condivisa".
Ora, ha affermato Draghi, "la moderata ripresa in corso dovrebbe proseguire, i progressi su riforme e risanamento dovrebbe spingere la crescita per i prossimi due anni, l'export beneficiare dalla ripresa globale e la domanda interna continuare a salire". In questo quadro, quindi, "i rischi sulle prospettive economiche restano al ribasso".
Intanto Draghi ha escluso di avere intenzione di lasciare la Bce. "Ci sono e ci resto", ha detto rispondendo alla liberale francese Sylvie Goulard durante l'audizione al Parlamento europeo, aggiungendo che "sono infondate e forse interessate le chiacchiere di chi dice il contrario".
Draghi, limitato dire flessibilità unica via crescita
Unione incompleta, serve governance riforme