STRASBURGO - Né voto, né dibattito. La plenaria di Strasburgo, in un clima di forte scontro in Aula, ha approvato a maggioranza la decisione di non tenere nemmeno il dibattito sul Ttip, dopo che ieri il presidente Martin Schulz aveva stabilito di rinviare il voto, previsto per oggi. La seduta e' stata cosi' sospesa, tra le proteste degli oppositori del Trattato di libero scambio tra Ue e Usa.
"In considerazione del fatto - ha comunicato la presidenza agli europarlamentari - che sono stati presentati più di 200 emendamenti e richieste di votazioni distinte alla relazione Lange sul Ttip, il presidente Martin Schulz ha deciso, ai sensi dell'articolo 175, e dopo aver consultato il presidente della commissione Commercio Internazionale (Inta), di chiedere alla Commissione stessa di riunirsi per esaminare gli emendamenti e le richieste presentate alla plenaria. Pertanto, il voto in plenaria sulla relazione, prevista per domani a mezzogiorno, non avrà luogo".
Un rinvio che arriva il giorno dopo l'esortazione da parte del G7 ad andare avanti rapidamente sulla strada del negoziato. A questo punto, la parola passa di nuovo al lavoro alla Commissione che riprenderà l'esame del tasto. Secondo quanto si apprende, nel corso delle trattative prima del voto di domani, s'era creata una situazione paradossale, e cioè che domani non si sarebbe raggiunta alcuna maggioranza a favore di un testo in grado di esprimere un mandato ai negoziatori. Insomma, per colpa dello scontro sul tema cruciale degli arbitrati privati, sarebbero passati i singoli emendamenti, ma non la risoluzione finale. A quel punto, riferiscono alcuni sherpa del confronto tra i gruppi, si sarebbe dovuto buttare il bambino con l'acqua sporca. Insomma una catastrofe che avrebbe sancito l'impotenza del Parlamento Ue, unico organo eletto tra le istituzioni europee, a dire la sua, a dare un indirizzo chiaro a un negoziato che proseguirà tra altri attori istituzionali.
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