BRUXELLES - L'Unione europea tende a invecchiare e dovrà affrontare "sfide importanti per quanto riguarda la situazione economica e l'inclusione sociale delle persone anziane". Lo rileva Eurostat, pubblicando le proiezioni demografiche in vista della giornata internazionale dell'anziano che si celebra il primo ottobre. In particolare l'istituto di statistica europeo indica che nel 2080 nella Ue sarà ultraottantenne una persona su otto (12%).
Le percentuali più alte e l'invecchiamento più accentuato sono attesi in Slovacchia (16,3%, dal 3% del 2014), Portogallo (15,8%, dal 5,5%) Germania (15,1%, dal 5,4%) e Polonia (14,9%, dal 3,9%). In Italia il fenomeno sembrerebbe in rallentamento. Nel 2014 gli over 80 erano il 6,4% (la percentuale più alta d'Europa, dove la media era del 5,1%), ma nel 2080 dovrebbero essere il 13,3%. Prendendo in considerazione la fascia oltre 65 anni, Il nostro è il paese con la più alta percentuale: 21,4% nel 2014 (con la media Ue al 18,5%, e - tra i grandi paesi europei - la Germania al 20,8%, la Spagna al 18,1%, la Francia al 18,0%, il Regno Unito al 17,5%, la Polonia al 14,9%).
Ma nel 2080 secondo Eurostat nella Ue gli over 65 saranno mediamente il 28,7%. In Germania passeranno ad essere il 32,5%, in Italia il 31,3%, in Spagna il 27,8%, in Francia il 26,4%, nel Regno Unito il 25,8% mentre in Polonia balzeranno al 32,3%. Per quanto riguarda il rischio di povertà o di gravi privazioni materiali, nella Ue colpisce invece maggiormente le persone sotto i 65 anni (rispettivamente 17,3% e 10,2% contro il 13,8% ed il 6,9% per gli over 65).