BRUXELLES - Forte sostegno alle nozze gay, viste anche come presupposto per una maggiore tutela dei diritti delle persone. E netta bocciatura della pratica della maternità surrogata, il cosiddetto 'utero in affitto', perché "compromette la dignità umana della donna dal momento in cui il suo corpo e le sue funzioni riproduttive sono usati come una merce". E' quanto si legge nel rapporto annuale sui diritti umani nel 2014, un testo di oltre trenta pagine, approvato dalla Plenaria di Strasburgo.
Un tema, quello delle unioni civili, al centro anche del dibattito politico italiano: la capigruppo del Senato ha fissato, tra le polemiche, il termine di venerdì 22 gennaio per la presentazione degli emendamenti al Ddl Cirinnà, e il 26 successivo l'approdo in Aula. La relazione approvata da Strasburgo, a cura di Cristian Dan Preda, un europarlamentare popolare rumeno, ritiene che "l'Ue dovrebbe proseguire gli sforzi per migliorare il rispetto dei diritti delle persone lesbiche, gay, bisessuali, transessuali e intersessuate (Lgbti)". Quindi esprime "rammarico" per il fatto che 75 paesi criminalizzino ancora l'omosessualità, e 8 di essi prevedano la pena di morte. Inoltre ritiene che le pratiche e gli atti di violenza contro le persone in base al loro orientamento sessuale "non debbano rimanere impuniti".
Infine il passaggio centrale, quello dedicato alle nozze tra persone dello stesso sesso, in cui si "constata che i diritti delle persone Lgbti sarebbero maggiormente tutelati se avessero accesso a istituti giuridici quali unione registrata o matrimonio".
Sul fronte della cosiddetta maternità surrogata, il testo usa toni molto forti, in quanto "condanna la pratica della surrogazione, che compromette la dignità umana della donna dal momento che il suo corpo e le sue funzioni riproduttive sono usati come una merce; ritiene che la pratica della gestazione surrogata che prevede lo sfruttamento riproduttivo e l'uso del corpo umano per un ritorno economico o di altro genere, in particolare nel caso delle donne vulnerabili nei paesi in via di sviluppo, debba essere proibita e trattata come questione urgente negli strumenti per i diritti umani".
Bocciatura accolta con favore da Silvia Costa (Pd): "Oggi dicendo no all'utero in affitto abbiamo tutelato la donna e la sua dignità". Soddisfatta anche Giorgia Meloni, secondo cui il voto di Strasburgo deve essere una "lezione" all'Italia: "Finalmente - commenta la leader di Fratelli d'Italia - una buona notizia dall'Europa. E' la vittoria di chi considera una priorità della politica la difesa della famiglia e della dignità della donna. Il voto del Parlamento Europeo - conclude Meloni - sia da lezione anche per l'Italia per dire no al ddl Cirinnà, che attraverso la 'stepchild adoption' vorrebbe aprire le porte alla maternità surrogata".
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