Almeno 5 migranti sono morti in un nuovo naufragio al largo delle coste turche. A trovare i corpi nelle acque davanti a Dydyma, sulla costa egea meridionale, sono stati alcuni pescatori locali. La Guardia costiera turca è alla ricerca di almeno altri 16 dispersi, mentre una persona è stata tratta in salvo.
Continuano intanto le tensioni in Europa. Mentre Schengen è in bilico e l'Ue si prepara al peggio la Polonia si dice pronta a porre il veto du qualsiasi nuovo piano di quote. Alla riunione dei ministri dell'interno ieri ad Amsterdam, una "larga maggioranza" di Paesi, e non soltanto i sei che attualmente hanno ripristinato i controlli (Austria, Germania, Svezia, Norvegia, Francia, Danimarca), ha "invitato la Commissione a preparare le procedure per l'attivazione dell'articolo 26 nell'ambito del codice Schengen", come spiega il ministro olandese alla Sicurezza Klaas Dijkhof, presidente di turno del consiglio europeo. L'articolo prevede la possibilità per uno o più Stati membri di estendere i controlli alle frontiere interne fino a due anni: una misura che di fatto scardina la filosofia su cui è nata l'area di libera circolazione. La regola era stata inserita nel Codice Schengen nel 2013, dopo le Primavere arabe e le frizioni Berlusconi-Sarkozy, quando Parigi voleva bloccare il flusso di migranti a Ventimiglia.
Il Parlamento danese dal canto suo ha approvato le controverse norme sui richiedenti asilo, compresa la proposta di privarli di denaro e oggetti di valore oltre 1.300 euro "per contribuire alle spese di mantenimento e alloggio" Tra le altre misure che hanno scatenato la polemica a livello internazionale, anche il periodo di tre anni necessario prima di poter procedere alle riunificazioni familiari. L'Onu ha subito replicato alla Danimarca: 'Trattate i rifugiati con compassione e rispetto'
Carenze frontiere Grecia domani a Commissione Ue, Salvo colpi di scena dell'ultima ora è prevista per domani alla riunione dei commissari Ue l'adozione della valutazione sullo stato delle frontiere esterne Schengen in Grecia. Lo si apprende da fonti Ue secondo le quali il documento mette in evidenza serie carenze. Si tratta del primo dei quattro passaggi dell'iter verso un'eventuale attivazione dell'articolo 26 del codice Schengen, quello che prevede l'introduzione dei controlli alle frontiere interne per uno o più Paesi, per un massimo di due anni.
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