BRUXELLES - Per rilanciare l'Europa fuori dalle secche della Brexit a Bratislava servono "risposte concrete" alle preoccupazioni dei cittadini, mettendo realmente in atto quanto deciso finora a livello Ue, e allo stesso tempo sviluppare una "visione" per un'Ue del futuro, come per esempio un "vero governo" per l'eurozona, una "difesa comune" e "liste transnazionali per le elezioni del Parlamento europeo". E' il messaggio del sottosegretario per gli affari europei Sandro Gozi in un dibattito al Bozar a Bruxelles con il leader dell'Alde Guy Verhofstadt, in occasione della presentazione dei rispettivi libri "Generazione Erasmus al potere" e "Il male europeo e la riscoperta dell'ideale". "Dopo la Brexit tutti hanno detto che questa doveva essere una 'wake-up call' per l'Ue" che ora, ha affermato Gozi, "se si è svegliata deve battere un colpo e deve farlo soprattutto a Bratislava" dove il 16 si terrà un vertice per discutere appunto del futuro dell'Europa senza la Gran Bretagna. Ci vuole per questo, propone il sottosegretario anche nel suo libro, un "approccio pragmatico", per cui "le risposte concrete devono andare di pari passo con una nuova visione politica per l'Unione". Per questo per il sottosegretario "è fondamentale che l'Ue cominci a fare quel che ha detto che deve fare", ovvero mettere concretamente in pratica le decisioni prese, dalla guardia di frontiera europea al rafforzamento del Piano Juncker e all'ampliamento della Garanzia giovani e dell'Erasmus, sino a dare le risposte ai cittadini che "chiedono giustamente più sicurezza" e quindi "fare di più in materia di difesa comune". In un contesto in cui il vertice di Ventotene ha dimostrato una volta di più che "l'Italia è ritornata al centro dei giochi" come punto di riferimento per gli altri Paesi e che insieme a Francia e Germania "in momenti particolari si assumono responsabilità speciali" per far avanzare l'Europa, la "volontà" resta però quella di "avviare un processo aperto e inclusivo in cui tutti coloro che vogliono devono poter partecipare". Anzi, ha sottolineato Gozi, "c'è bisogno di un nuovo protagonismo delle istituzioni europee" e di "ritornare al metodo comunitario" anziché a quello degli ultimi anni di vertici notturni e riunioni informali a porte chiuse.
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