BRUXELLES - Giro di vite Ue nella lotta al terrorismo e ai migranti irregolari. La Commissione europea ha proposto di rafforzare la banca dati di Schengen, lo Schengen Information System (Sis), introducendo l'obbligo di allerta in caso di crimini legati al terrorismo e di nuove categorie di allarme per "persone sconosciute ricercate" e per i rimpatri dei migranti irregolari. Lo ha annunciato il commissario Ue Dimitri Avramopoulos. Europol, Eurojust e la nuova Guardia di frontiera e guardiacosta Ue avranno diritto d'accesso al database.
Arriva anche un giro di vite contro il riciclaggio, il finanziamento illecito in contanti, e a favore del congelamento di beni e asset di terrorismo e criminalità. La Commissione Ue ha proposto una direttiva per armonizzare la legislazione di tutti i 28 per criminalizzare il riciclaggio di denaro sporco, nuove regole per aggiornare quelle ormai sorpassate sui flussi di denaro contante dentro e fuori l'Ue, e un regolamento per il mutuo riconoscimento tra i 28 dei provvedimenti di congelamento dei beni di criminali o terroristi. Queste misure rientrano nel Piano d'azione Ue lanciato lo scorso febbraio contro il finanziamento del terrorismo. "Deve essere possibile agire immediatamente per bloccare i terroristi, quando per esempio devono compiere un acquisto di armi magari con proventi dal traffico di droga", ha spiegato la commissaria Ue alla giustizia Vera Jourova.
"Oggi facciamo un passo in avanti ulteriore con le nostre proposte per rafforzare lo Schengen Information System per combattere meglio il terrorismo, l'immigrazione irregolare e la criminalità transfrontaliera", ha affermato Avramopoulos, spiegando che le modifiche apportate con la creazione di nuove allerte "contribuiranno alla messa in atto effettiva di qualsiasi divieto di ingresso per cittadini di Paesi terzi alle frontiere esterne rendendo obbligatorio il suo inserimento nel Sis". La lotta al terrorismo, ha quindi sottolineato il commissario Ue agli affari interni, "non è solo una sfida europea ma globale, siamo uniti ai nostri vicini e partner in Turchia, Medio Oriente e Africa settentrionale ma anche negli Stati Uniti". Allo stesso tempo, però, "la nostra sicurezza non deve avvenire a spese della nostra apertura e tolleranza, dobbiamo restare una società aperta e ospitale". Da qui il pensiero di Avramopoulos all'attentato di Berlino: "I nostri pensieri sono con tutti i berlinesi e con tutta la Germania, ma è in tempi come questi che dobbiamo restare uniti" e "non dobbiamo cedere alla paura né modificare il nostro stile di vita".
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