"Italia e Grecia devono poter contare sulla solidarietà degli altri Paesi Ue". Così il vicepresidente della Commissione Ue Frans Timmermans al termine del collegio dei commissari.
Da marzo la Commissione europea non esclude la possibilità di pensare a possibili procedure di infrazione per gli Stati che non effettueranno i previsti ricollocamenti. "In questa fase preferiamo fare pressione politica - spiega Timmermans - marzo sarà il momento per considerare passi ulteriori. È ingiusto lasciare tutto il peso su Italia e Grecia".
Sul tema dei ricollocamenti "ci dovrebbe essere più pressione tra uno Stato e l'altro. Tutti guardano alla Commissione europea e questo va bene ma allo stesso tempo ci dovrebbe essere più pressione tra gli Stati membri perché ciascuno faccia la sua parte". "Ci dovrebbe essere più responsabilità collettiva - afferma Timmermans - verso quello che abbiamo deciso e che dobbiamo fare".
Il ricorso a sanzioni, tecnicamente possibili, sarà valutato dopo il prossimo rapporto della Commissione sui progressi fatti in termini di ricollocamenti, che sarà appunto diffuso a marzo.
Oggi la Commissione ha adottato il suo nono rapporto. Dall'8 dicembre 2016, gli Stati membri hanno incrementato i loro sforzi per i ricollocamenti ma "sono necessari sforzi ulteriori - si legge - per raggiungere gli obiettivi fissati dalla Commissione di 1.000 ricollocamenti al mese dall'Italia e 2.000 dalla Grecia". Ad oggi il numero totale di ricollocamenti è di 11.966.
"I mesi scorsi hanno visto progressi importanti - afferma il commissario alle migrazioni Dimitris Avramopoulos - ma bisogna fare di più e più in fretta. Fare tutti i ricollocamenti da Italia e Grecia è possibile ma servono volontà politica, impegno e perseveranza di tutti gli Stati membri".
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I ricollocamenti sono necessari, serve l'impegno di tutti gli Stati