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Juncker, nazionalismo economico non coerente con Europa

'Non possiamo tornare a isolazionismo e protezionismo'

Jean-Claude Juncker

Redazione Ansa

BRUXELLES - "Con oltre il 50% delle imprese dell'Ue già parte di catene del valore mondiali, non possiamo permetterci di tornare all'isolazionismo e al protezionismo". Lo scrive il presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, in un intervento pubblicato in Italia dal Sole 24 Ore in occasione del Consiglio europeo di oggi e domani a Bruxelles, in cui sottolinea: "In nessuno scenario il nazionalismo economico può essere coerente con l'idea di Europa o con la prosperità del suo popolo". "I leader europei faranno il punto sulle misure attuate dall'Europa per creare occupazione, stimolare la crescita e migliorare la competitività. L'industria europea ha un ruolo di primo piano da svolgere, in quanto con quasi il 20% del valore aggiunto lordo e oltre il 15% dei posti di lavoro in Europa costituisce la principale attività economica del continente", evidenzia Juncker.

 

"Con il suo approccio a 360 gradi, orientato ai risultati e trasversale, la strategia industriale della Commissione Ue sostiene la transizione verso un'economia moderna, pulita ed equa", scrive Juncker, secondo cui "l'industria dovrebbe cogliere le opportunità sfruttando appieno le soluzioni di investimento messe a disposizione dall'Ue" in particolare il 'Piano Juncker'. "Considerato che continueremo ad aver bisogno di investimenti esteri, dobbiamo garantire l'apertura dei nostri mercati alle imprese straniere e dei mercati esteri a quelle europee. Non sono tuttavia un sostenitore del libero scambio senza regole", evidenzia Juncker. "Dobbiamo essere fermi nell'azione di contrasto delle pratiche commerciali sleali, come abbiamo fatto con l'imposizione di dazi antidumping sull'acciaio cinese, sul granturco thailandese o sul biodiesel proveniente da Stati Uniti, Indonesia e Argentina".

 

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