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Catalogna, al via oggi un'altra legislatura ad alta tensione

Deputati in carcere o esilio. Braccio di ferro Puigdemont-Rajoy

Catalogna, al via oggi un'altra legislatura ad alta tensione

Redazione Ansa

MADRID - Per la Catalogna ribelle inizia oggi una nuova legislatura irta di incognite, dopo che quella precedente si è conclusa in ottobre nella maniera più drammatica con la proclamazione della 'repubblica', immediatamente soffocata da Madrid con la decapitazione delle sue istituzioni. Le elezioni anticipate del 21 dicembre convocate d'autorità dal premier spagnolo Mariano Rajoy, con parte del Govern in esilio a Bruxelles e l'altra in carcere a Madrid, però sono state vinte di nuovo dagli indipendentisti. Che ora, guidati dal President uscente Carles Puigdemont dal Belgio, vogliono rioccupare le istituzioni, dando inizio a un nuovo ciclo politico ad alto rischio fra Madrid e Barcellona.

 

I 135 nuovi deputati catalani (170 indipendentisti, di cui 8 in carcere o in esilio, 57 'unionisti' e 8 'non allineati' di Podemos) muovono i primi passi per la ricostruzione delle istituzioni abbattute dell'autonomia catalana. Fra mille interrogativi. La prima mossa oggi sarà l'elezione del presidente e dell'ufficio di presidenza dell'assemblea. Una decisione chiave. Il nuovo presidente - probabilmente Roger Torrent, come l'uscente Carme Forcadell della sinistra repubblicana di Erc - dovrà indicare il nome del candidato President della Catalogna in vista dell'investitura il 31 gennaio. I sette componenti dell'Ufficio di presidenza, di cui almeno 4 indipendentisti, avranno il compito cruciale di interpretare il regolamento. Una facoltà che sarà di nuovo fondamentale nella nuova legislatura.

 

La prima questione bollente sarà decidere se i 3 deputati in carcere, fra cui il vicepresidente uscente Oriol Junqueras, leader di Erc, e i 5 in esilio in Belgio, compreso Puigdemont, potranno delegare il voto. Non è escluso che una prima decisione al riguardo, per l'elezione dell'ufficio di presidenza, debba essere presa dalla presidenza provvisoria formata dal deputato più anziano e dai due più giovani. Tutti esponenti di Erc. Un primo scontro sarà inevitabile al riguardo fra indipendentisti e unionisti. Oggi Rajoy ha avvertito che se Puigdemont sarà autorizzato a votare dall'esilio il governo di Madrid presenterà un "immediato ricorso" alla Corte costituzionale. Il regolamento non prevede ma neppure esclude il voto delegato. I servizi giuridici dell'assemblea sono contrari, ma 300 giuristi catalani hanno firmato un manifesto nel quale affermano invece che il voto delegato è legittimo.

 

Il secondo scontro politico-procedurale sarà sulla candidatura a distanza di Puigdemont. Il President uscente vuole essere rieletto da Bruxelles senza rimettere piede in Spagna, dove sarebbe immediatamente arrestato. Rajoy ha avvertito che se sarà eletto a distanza Madrid manterrà il commissariamento della Catalogna scattato in novembre. Il fronte indipendentista non è però compatto sul fatto di andare ad uno scontro frontale sul nome di Puigdemont. Non è escluso che un 'piano B' possa emergere prima del 31 gennaio. La crisi catalana sembra però pronta a riesplodere.

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