STRASBURGO - "L'esito dei negoziati per dare nuove regole alla produzione biologica in Europa rappresenta un'occasione persa. Per noi, tuttavia, la sfida di replicare o avvicinare il più possibile il sistema europeo al modello biologico di alta qualità e sostenibilità italiano resta aperta". E' il commento a caldo di Paolo De Castro, vicepresidente della Commissione agricoltura del Parlamento europeo, a conclusione del voto favorevole dell'Assemblea europea sulle nuove regole per produrre biologico in Europa.
"Il punto cruciale negativo - tiene a precisare De Castro - è aver eliminato completamente le soglie per i residui di fitofarmaci. Che differenza c'è con l'agricoltura convenzionale -s'interroga il vicepresidente della ComAgri che intervenendo al dibattito in plenaria aveva chiesto "di seguire la legislazione più stringente in vigore in Italia "al fine di garantire una concorrenza leale per i produttori e gli operatori del settore, di prevenire le frodi e migliorare la fiducia dei consumatori. L'accordo finale rappresenta un compromesso al ribasso".
La palla è ora nel campo della prossima Commissione Ue che ha la possibilità - conclude De Castro - di proporre standard di produzione più elevati prima dell'entrata in applicazione del nuovo regolamento Ue nel 2021. Ricordo che l'Italia è prima tra i 28 Paesi per produzione biologica e seconda per superficie coltivata: 1,8 milioni di ettari contro 2 milioni in Spagna. E la produzione biologica è destinata a crescere".
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